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La sconfitta di Conte e Agnelli

di Stefano Bertocchi

Cosa è successo davvero all'Allianz Stadium di Torino nella notte della semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Inter? Oltre ai diretti interessati e principali protagonisti della vicenda - che come noto sono il tecnico nerazzurro, Antonio Conte, ed il presidente juventino, Andrea Agnelli - chi dovrebbe essere a conoscenza dei dettagli di quanto accaduto è Daniele Chiffi, che nell'ultimo Derby d'Italia indossava le vesti di quarto uomo. Nel referto arbitrale non c'è però nessun accenno ad insulti, parolacce o gestacci, motivo che ha portato Chiffi a guadagnarsi la convocazione del Procuratore Federale Giuseppe Chiné che nella tarda mattinata di giovedì "ha aperto un'inchiesta relativa al comportamento di dirigenti e tesserati della Juventus e dell'Inter durante e al termine della gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia disputata martedì 9 febbraio - come comunicato in una nota ufficiale diffusa dalla Figc -. Al riguardo è già stato convocato il quarto ufficiale della gara, Daniele Chiffi".

Ma come è possibile che in uno stadio dolorosamente ed insolitamente vuoto causa pandemia, nessuno abbia visto o sentito nulla di quanto successo? Interpellato dalla Rai dopo il triplice fischio, Conte ha evitato di gettare benzina sul fuoco invitando semplicemente le "fonti della Juventus" citate dallo studio televisivo "a dire la verità" anche perché "il quarto uomo (Chiffi, appunto) ha visto cosa è successo tutta la partita, dovrebbero essere più educati. Non c'è niente da dire, servirebbe più sportività e rispetto che chi lavora". Rispetto che secondo l'Inter non c'è stato da una parte della dirigenza bianconera, che sin dal 1' di gara avrebbe insultato il grande ex con la chiara intenzione di farlo reagire alle provocazioni, forse con una strategia premeditata. Diversa, invece, la versione della Vecchia Signora, che non conferma gli insulti all'ex ct della Nazionale, spiegando piuttosto il clima di nervosismo che si è creato con l'atteggiamento molto sopra le righe del tecnico sin dall'inizio della partita. Punti di vista discordanti che hanno comunque portato ad una conclusione comune: la reazione (sbagliata) di Conte con il dito medio e la replica (altrettanto sbagliata e ben al di sotto dello 'stile Juve' sbandierato sempre con fierezza dal mondo bianconero) a suon di "Vaff... parla ora, cogl..." di Agnelli, che oltre ad essere presidente della Juventus - è giusto e doveroso ricordarlo - è anche il numero uno dell'Eca, l'European Club Association. Insomma, non una carica qualsiasi. 

Eppure nelle ultime ore sono usciti fuori nuovi dettagli che fanno pensare, snocciolati dal collega della Rai Alessandro Antinelli (presente sul posto martedì sera) durante il recente collegamento con Telelombardia: "La ricostruzione dell'Inter è molto dettagliata – ha detto il giornalista –. Riguardando la partita, si vede come a un certo punto Conte parli molto serenamente con il quarto uomo e sembra dirgli: 'Stai ascoltando quello che mi dicono? Ti stai segnando tutto?'. E infatti poi, in risposta alla mia domanda, Conte mi dice 'Il quarto uomo sa tutto'. Ma poi sul referto non c'è nulla". E poi c'è l'episodio del dito medio di Conte, gesto - come detto in precedenza - sbagliato ma generato da un qualcosa, non di certo arrivato dal nulla ed indirizzato verso la tribuna bianconera gratuitamente. Episodio prontamente diventato virale con un video che "comincia a circolare sui social a mezzanotte e un quarto – ha spiegato ancora Antinelli –. Io dovevo fare un servizio per i tg della mattina e volevo capire come mai questa immagine non fosse andata in onda prima in tv. E quell'immagine nel mio van non c'è. Quella è un'immagine di una (camera, ndr) 'dedicata' su Conte che poi prosegue: da noi c'è Ronaldo, ma prosegue con il dito medio. Quell'immagine era in un altro pullman distaccato da quello della Rai, della produzione Juventus. Allora richiedo quell'immagine che arriva ormai a mezzanotte e mezza". Tradotto, la Juventus avrebbe estrapolato l'immagine del dito medio di Conte dalla camera a lui dedicata e poi messa in circolazione ad hoc. 

Alla fine del brutto spettacolo poco importa chi ha ragione e chi ha torto, chi ha iniziato e chi ha concluso, chi è stato più o meno maleducato dell'altro: in questa vicenda escono eticamente sconfitti in tanti, soprattutto Agnelli e Conte. Ora c'è bisogno di una ricostruzione più veritiera e precisa possibile: chi ha sbagliato - che sia vestito di nerazzurro o di bianconero - verrà giustamente punito e sanzionato, come previsto dalle norme.


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