La seconda stella ci ha fatto male
(3-5-2): Sommer; Darmian, Acerbi, Bastoni; Dumfries (61' De Vrij), Barella, Calhanoglu (81' Sensi), Mkhitaryan (69' Frattesi), Dimarco (81' Carlos Augusto); Lautaro, Thuram (70' Arnautovic). Allenatore: Inzaghi.
Sapete cos'è questa? È la formazione dell'Inter che, quasi un anno fa, il 12 novembre 2023, batteva 2-0 il Frosinone di Di Francesco. Lo stesso Di Francesco che ora è sulla panchina del Venezia. Marcatori della serata Dimarco al 43', con quel fendente da metà campo divenuto immediatamente cartolina, e Calhanoglu al 48' su calcio di rigore. Una vittoria sofferta, tutt'altro che semplice, con i ciociari tre volte vicini al gol nel corso del secondo tempo con Cheddira (palo), Marchizza e Ibrahimovic.
Ma perché questo esercizio di memoria? Perché in questa prima parte di stagione si è sentito troppe volte - e a sproposito - il paragone con l'Inter della seconda stella. Il cervello dell'uomo è pigro e tende a ricordare solo ciò che vuole, cancellando il resto. E allora l'Inter 2023/2024 sembra non aver avuto ostacoli sul suo cammino verso lo scudetto. Falso. Ne ebbe eccome. Ad esempio, visto che dopo il successo sul Venezia di domenica sera in tanti hanno evocato quello ormai famoso sul Verona, urge rammentera come la sfida agli scaligeri arrivò a gennaio, quindi nel pieno del campionato. Non si era in rodaggio e la volata tricolore era partita da tempo.
La verità è che paragonare due stagioni differenti semplicemente non ha senso: cambia tutto, da te stesso agli avversari. È evidente che l'Inter 2024/25 non sia perfetta, ma nemmeno quella di un anno fa lo era. Non sarà forse che ora ci si aspetta sempre di più e che troppe buone cose vengano date per scontate? Non sarà forse che l'Inter di Inzaghi ha abituato troppo bene tifosi e critica? No perché va bene tutto, passi pure la storpiatura della realtà da parte di Di Francesco sui fatti di campo e su quelli arbitrali, ma se Inter-Venezia fosse finita 8-1 nessuno avrebbe avuto da ridire.
E allora basta con i paragoni, guardiamo l'attualità e prendiamo atto che, piano piano, anche questa Inter può regalare soddisfazioni. Anzi, non ha mai smesso di regalarne. Ma forse non ce ne accorgiamo più.