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La sottile linea nerazzurra

di Lapo De Carlo

In un clima derby surreale per la settimana caratterizzata dal calcioscommesse, la vicenda della Curva Nord e una generale malinconia per le posizioni in classifica, i tifosi e la stampa stanno diventando matti sulle ragioni che da qualche anno hanno reso l'Inter una squadra irrisolta e velleitaria. E cosa deve accadere per rivederla dove conta.
Il primo paradosso nasce dal fatto che parecchi giocatori sono oggettivamente di buon livello. Eppure insieme non creano un collettivo accettabile. 
Handanovic è uno dei migliori portieri in Europa; Campagnaro è considerato da tutti una certezza; Ranocchia, pur con tutti i suoi limiti, è nel giro della nazionale e ha potenzialità da grande difensore; Juan Jesus ha mostrato progressi importanti, apprezzati dagli stessi tifosi; Rolando non è un giocatore inutile, come qualcuno preconizzava, ma un'ottima risorsa; Cambiasso, nonostante le critiche delle ultime stagioni, quest'anno è più in palla; Jonathan ha ricevuto una generale standing ovation da tifosi e critica per la sua crescita esponenziale. E ancora: Nagatomo è un beniamino del pubblico; Taider un buon giovane; Kovacic il talento più importante dell'Inter; Alvarez è stato tardivamente consacrato questa stagione; Guarin criticatissimo dal pubblico, salvo avere una sollevazione popolare quando è stato messo sul mercato; Palacio è universalmente riconosciuto come uno degli attaccanti più forti in Europa; Milito manca a tutti eccetera. Ma allora perché questa Inter che ha  individualità apprezzabili riesce ad avere una dicotomia nel modo in cui viene giudicata?

Da una parte c'è chi pensa che qualunque allenatore arrivato all'Inter negli ultimi anni sia stato un incapace perché ha trascinato la squadra a vertici in basso inusitati. Come dire: squadra mediocre ma tecnico se possibile anche peggiore. È persino divertente ascoltare le disamine catastrofiche dei censori nerazzurri che battono sempre il tasto della rivoluzione, un popolo dei forconi nerazzurri che proclama, più volte in un anno, che è tutto da rifare e punta spesso il dito contro un certo giocatore che secondo loro è la rovina della squadra e fino a quando ci sarà lui l'Inter non vincerà più nulla. Lo dicevano di Zanetti Cambiasso Materazzi Cordoba…
Dall'altra ci sono i realisti che sottoscrivono un cambiamento di qualche elemento. 
Fatalisti o ineluttabili, secondo loro non si può fare più di tanto.

La mia sensazione è che l'Inter sia una squadra con un'orchestra di talenti male assortita. Non ci sono veri e propri brocchi, non è vero che questa è la squadra più scarsa degli ultimi vent'anni come molti amano ripetere. Al contrario diversi di loro, in contesti, moduli e squadre differenti renderebbero in modo sorprendente. Si tratta perciò di mettere alcuni giocatori nelle condizioni di rendere per quello che valgono. 
Un po’ come assemblare un'orchestra. 
Se in una di queste si dispone di 60 strumentisti, tutti bravi, ma con due contrabbassi in eccesso, un violino in meno, un flauto in più e tre percussionisti che non possono mai entrare perché nessun brano da suonare prevede il loro ingresso…qualche problema lo avrebbe persino il più grande direttore d’orchestra al mondo. 
L’allestimento passa da un idea precisa, da un'armonia tra società e tecnico. E non c’è interista che non abbia letto in questi anni le speranze che l’allenatore di passaggio riponeva nella società per l’acquisto di qualche giocatore nel ruolo in cui aveva bisogno.
Ma troppe idee tecniche di troppi allenatori producono giocatori adatti a Leonardo ma non a Gasperini, a Gasperini ma non a Ranieri, a Ranieri ma non a Stramaccioni, a Stramaccioni ma non a Mazzarri. La società ha sempre incrociato nuove idee di nuovi tecnici appoggiando in parte i loro credo e in parte tenendosi le proprie convinzioni, col risultato che la squadra ha tenuto fino ad oggi una scarpa e una ciabatta.
La sottile linea nerazzurra tra il lunghissimo periodo interlocutorio di oggi e un futuro di successi passa attraverso il coraggio (anche quello di tenere a lungo un allenatore) e una strategia pensata insieme.
Adoro Jonathan e Nagatomo, ma sono certo che in giro per il mondo ci siano due esterni di livello superiore, Cambiasso è un grande, ma sono sicuro che ci sia un centrocampista con più corsa e una buona visione di gioco. Penso che Taider crescerà e diventerà un giocatore importante, ma credo che oggi l'Inter abbia bisogno di un mediano più completo e pronto. Stravedo per lo stile di Ranocchia, ma penso che in difesa ci sia bisogno di un difensore più roccioso. Mazzarri è un ottimo allenatore, ma deve cominciare a giocare con due punte anche se pensa di rischiare troppo. 
Se non ci sono ancora risorse, per come è l’Inter oggi, io sono più per un investimento dedicato a un giocatore importante che per tre pieni di speranza. L’Inter non sta puntando con decisione su Kovacic. E’ un errore. E anche se sono solo sirene di mercato, mi fa venire il nervoso alle ginocchia che qualche giornale ipotizzi il croato lontano da Milano. A proposito, sto guardando le prestazioni di Coutinho con il Liverpool. E’ un giocatore più solido, consapevole e maturo. E’ ancora giovane, ma i Reds gli hanno dato fiducia e lo hanno fatto giocare anche quando convinceva meno.
Quando si dice di puntare su una squadra che fa giocare i più giovani si intende anche supportarli e incoraggiarli. Sempre.


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