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La trappola del match-point

di Maurizio Pizzoferrato

Di questi tempi è facile parlare di possibile match-point. C'è una sana tennis-mania grazie a quel ventiduenne ragazzo di San Candido chiamato Jannik Sinner che, dopo aver spazzato via mezzo gotha della racchetta alle finals di Torino inchinandosi all'ultimo atto solo al re della Serbia, sta trascinando la Nazionale azzurra in Coppa Davis, dove oggi in semifinale ritrova il signor Nole Djokovic che non ama lasciare nemmeno le briciole all'avversario. Sinner è milanista, Djokovic pure. Con loro meglio parlare di tennis, allora. Ma tornando al match-point, quel punto che sancisce il successo finale, molti pensano che sia in possesso dell'Inter che domani sera andrà a far visita alla Juventus nella bolgia dell'Allianz Stadium.

Insomma, ci vogliono convincere che, se la Beneamata, in testa al campionato con due punti di vantaggio sui bianconeri e molti di più su Milan e i campioni in carica del Napoli dovesse vincere a Torino, allora in Viale della Liberazione dovrebbero iniziare a preparare i festeggiamenti per la conquista della seconda stella. Ma l'assunto non regge, siamo solo alla tredicesima giornata, Juventus-Inter non potrà essere decisiva per lo scudetto, quasiasi sia domani il responso del campo. Ha fatto bene a sottolinearlo martedì scorso allo stadio Olimpico di Roma anche l'amministratore delegato dell'Inter Alessandro Antonello, sollecitato in proposito alla sesta edizione del Social Football Summit, il riuscito evento dedicato alla Football Industry.

Intanto il tecnico bianconero Allegri e Giuseppe Marotta si sono divertiti nei giorni scorsi a rispedire al mittente il ruolo di favorito. “L'Inter è stata costruita per conquistare il titolo”, ha detto sornione Allegri. “la Juve è favorita perchè non gioca le Coppe”, la risposta al pepe del dirigente nerazzurro, tra i grandi ex del derby d'Italia. Marotta logora chi non ce l'ha e penso che la stragrande maggioranza del popolo nerazzurro abbia esultato quando è arrivata ieri la notizia del suo rinnovo fino al 2027 insieme a quelli di Piero Ausilio e del suo vice Dario Baccin. L'Inter rimane in ottime mani, a prescindere da quello che abbia in mente la proprietà. Anche le difficoltà finanaziare rimangono, così come per gli altri club, ma finalmente il fatturato nerazzurro torna a salire, grazie soprattutto al lavoro del management che garantisce la competività in campo, ingrediente essenziale per aumentare anche i ricavi. La raggiunta finale di Champions League in quel di Istanbul insegna.

Ma domani conti e strategie societarie non appassioneranno le menti dei tifosi della Beneamata. Domani si gioca la Partita, quella che insieme al derby con il Milan fa contare le ore in modalità ansia notevole sino al fischio di inizio. Il confronto tra il mondo bianconero e quello nerazzurro, due mondi contrapposti, viene definito derby d'Italia. Storia, blasone, numero sterminato dei tifosi dei due club che hanno scritto capitoli affascinanti della storia del calcio italiano e di quello internazionale. Soprattutto in chiave nerazzurra se andiamo oltre confine e non “sino alla fine”. A condimento dell'eterna sfida non ci sono più i Campionissimi del passato che la Gazzetta dello Sport ci ha proposto nei giorni scorsi, tanto da stilare formazioni che prevedevano la panchina per gente come Omar Sivori e Mario Corso, tanto per citare due fuoriclasse assoluti di un calcio che rappresentava l'apoteosi del gesto tecnico. Ora Allegri, causa infortuni, spera di recuperare i vari Locatelli e Miretti. Simone Inzaghi non avrà in difesa due titolari come Pavard e Bastoni.

Sulla famigerata carta la rosa nerazzurra è più forte e profonda di quella bianconera e in attacco l'Inter può schierare quel Lautaro Martinez capocannoniere del torneo che inacarna al meglio lo spirito di appartenenza alla sua squadra in un periodo storico dove la maggioranza dei calciatori pensa solo a cambiare casacca, se questo porta a strappare il contratto migliore. L'attesa sta per finire e grazie anche alla sosta, è stata una giusta lunga attesa per contribuire poi a vivere al meglio l'emozione che provoca questa sfida.

E speriamo veramente che vinca il migliore. Vestito con i colori della attuale Capolista.


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