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Le tasche senza fondo dell'Arabia, l'ipocrisia della UEFA e... quei giri strani del Chelsea

di Niccolò Anfosso

In questi giorni non si fa altro che parlare della Saudi Pro League e di come stia influenzando il calciomercato estivo. Più che influenzare, dovremmo dire ‘determinare’. L’Arabia Saudita ha in mente un progetto importante ma a scadenza (2030?), ecco perché i petrodollari hanno mutato le dinamiche degli acquisti. Non solo nel calcio, visto che un consistente sponsor saudita sta entrando anche nella Jumbo Visma, uno dei top team del ciclismo professionistico che ha trionfato allo scorso Tour de France con Vingegaard. Emiri di Paesi illiberali e antidemocratici che annegano il mondo di petrolio e gas con tasche senza fondo, come ha suggerito su Twitter il collega della Rai Stefano Rizzato. Se vogliamo è l’ultima frontiera del capitalismo. Il denaro come fattore di accelerazione di tendenze economiche, non di certo per lo sviluppo sociale.

Il grado più elevato d’influenza nel mondo dello sport: quel capitalismo internazionale che non conosce frontiere, ma sinceramente nutro molti dubbi sul progetto saudita, anche se il lavoro nei settori giovanili potrebbe portare a sostenere che si tratta di un’impostazione differente rispetto a quella americana o cinese di qualche stagione fa. Il tempo dirà…

Capitolo UEFA. Sono ore in cui si discute dell’approccio delle multiproprietà. Chi spinge i giocatori del Chelsea verso l’Arabia Saudita? Beh, i Blues sono sostenuti da un fondo d’investimento, il Clearlake Capital, che finanzia anche la Saudi Pro League. E infatti diversi esuberi del club inglese stanno salutando in quella direzione. Diciamocelo senza fronzoli: è una metodologia consona a sistemare il Fair Play Finanziario (che, ricordiamo, ha da sempre regole e assunti astratti, ndr). C’è un fondo, insomma, che ha il controllo esecutivo delle operazioni di mercato per un gruppo davvero elevato di squadre. Il denaro non si tinge dei colori delle bandiere ma questa contingenza ha infastidito e non poco gli altri club di Premier League, che hanno chiesto lumi con varie dichiarazioni scritte istituzionali.

Il Chelsea, dicevamo. Il club ha puntato da tempo sul modello delle multiproprietà. Ceferin aveva dichiarato di voler imporre restrizioni soprattutto per le squadre che combattono nei maggiori tornei europei (in Italia due anni fa si parlava di guerra alle multiproprietà, ma di guerre sinceramente non se ne sono viste, ndr). I Blues, attraverso il fondo BlueCo, guidato dal magnate Todd Boehly, hanno acquistato lo Strasburgo, club francese di Ligue 1. L’operazione è stata agevolata dalla salvezza della squadra. L'annuncio ufficiale è arrivato nel pomeriggio di oggi. Un’evidente controtendenza rispetto alle linee direttive della UEFA. Che, come sempre, predica bene e razzola male. Ma non è una novità. Verba volant…


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