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Ma allora chi è il vero Mago Merlino?

di Fabio Costantino

Che bel numero il 7. Le 7 meraviglie, la settima arte, le 7 note musicali, i 7 nani, il settebello e chi più ne ha più ne metta. Insomma, sono molti i campi in cui il 7 ha un suo significato particolare. Anche nel calcio, soprattutto in Italia, soprattutto dopo questo pomeriggio di fine ottobre. La Juventus ha aperto le danze il giorno prima, regalando al Napoli la gioia di una spettacolare rimonta e agli interisti la speranza di aumentare il divario in classifica. Nonostante una certa pressione, poi, la squadra di Mourinho ha svolto perfettamente il proprio compito: 2-0 secco senza neanche spendere troppe energie sul campo del Livorno, e +7 in classifica, divario che a memoria, dopo undici giornate, non trova precedenti. Che aggiungere? Stavolta i nerazzurri non sono stati spettacolari, ma il vero spettacolo è stato il modo in cui hanno saputo chiudere il discorso contro uno speranzoso Livorno, rinvigorito dall’arrivo di Mago Merlino Cosmi. In realtà la vera magia l’ha fatta ancora Mourinho, inserendo al momento giusto Eto’o, per la gioia di Milito che ha rin graziato repentinamente con una delle sue prodezze il proprio allenatore. Bello non essere soli là davanti, eh Principe? A proposito, per l’argentino è il settimo gol in campionato, non sarà mica una coincidenza.

Paradossalmente, mentre in settimana c’è chi parlava di terza stella una volta conquistato il prossimo titolo, l’Inter ha sciolto ogni dubbio dando una seria bastonata alle velleità di chi le sta alle spalle, che piuttosto che preoccuparsi di loghi e design delle maglie, dovrebbe pensare a fare questi discorsi quando realmente avrebbero un loro perché. Dopotutto, per cucirsi addosso la terza stella è necessario vincerlo, lo scudetto. Chiusa parentesi, mi sono goduto un’Inter vecchia maniera, cinica quanto basta, forse troppo distratta nei primi 45’, ma efficace oltre misura nel momento più opportuno. Il risultato spesso nasce da episodi, ma stavolta, con l’ingresso di Eto’o, ho la sensazione che la vittoria sarebbe arrivata a prescindere dal colpo da biliardo di Milito, o dalla percussione centrale di Maicon. In un modo o nell’altro, non sentivo la necessità di auspicare un rimpallo fortuito, perché prima o poi qualcosa di buono, dalle parti di Benussi, sarebbe accaduto.

È così che si dimostra di essere superiori, non è obbligatorio segnare gol a partita per farlo. Sette punti di vantaggio sono un bottino preziosissimo e, per quanto ci sarà sempre qualcuno che dice che il campionato è ancora aperto, io mantengo salda la mia convinzione: in Italia l’Inter non ha eguali, anche quest’anno. Concentriamoci dunque immediatamente sull’Europa, perché quella rimane una nota stonata di questa stagione, come delle precedenti. Mercoledì abbiamo l’occasione per invertire il trend, e a Kiev potrei accontentarmi anche di un rimpallo favorevole pur di portare a casa i 3 punti. Contro la Dinamo non conterà il gioco o la prova di forza, ma il risultato. Se poi arriveranno entrambi, tanto meglio.


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