Mario, cerca di essere Super nella vita
Dopo Mourinho, Casiraghi. Mario Balotelli ha questo poco lusinghiero potere di far innervosire le persone che invece dovrebbe trattare con il massimo rispetto, non fosse altro perché sono loro poi a scegliere se dargli l’opportunità di fare quello che ama di più: giocare al calcio. Il talento di Mario non è in discussione, ci mancherebbe. Ha potenzialità straordinarie, nessuno lo può negare. Soprattutto, perché ha ancora 18 anni e un margine di crescita importante. Ma i suoi 18 anni sono un’arma a doppio taglio, soprattutto per un ragazzo che ha un carattere particolare. Le esperienze di vita, sin dall’infanzia, lo hanno segnato: dall’abbandono da parte dei suoi genitori naturali, alla crescita in un ambiente nuovo, fino alla paura di essere diverso dagli altri bambini, non solo per il colore della pelle.
Un background come questo giustifica un carattere schivo, ombroso, diffidente come quello di Mario. Ma la vita dà a tutti l’opportunità di cambiare, di maturare e di comprendere quando arriva il momento di crescere dentro. Per Balotelli questo momento non è ancora arrivato, per quanto Mourinho stia cercando di accelerarlo, anche usando il pugno di ferro. Nei giorni scorsi l’allenatore portoghese ha deciso che l’isolamento poteva concludersi e lo ha portato con sé a Lecce. Mario ha capito che il trend stava cambiando, che la sua punizione era ormai finita ed è partito con la squadra pur sapendo che forse non avrebbe messo piede in campo. Invece Mourinho gli ha voluto concedere 5 minuti, ma lui li ha sfruttati facendosi ammonire e,di conseguenza, squalificare per il derby. Un errore che Mou non ha affatto gradito, perché figlio di immaturità calcistica.
Niente Milan, dunque, domenica sera, ma per Balotelli la nuova occasione è dietro l’angolo: la convocazione nell’under 21 da parte di Casiraghi, che se ne frega delle beghe del ragazzo con il suo club e gli concede un’occasione importante. Come la sfrutta Balotelli? Trascorrendo la notte precedente il raduno in discoteca, svegliandosi tardi e perdendo l’aereo. Inutile salire su un’auto alla volta di Trieste, per cercare di rimettere le cose al loro posto. La frittata è ormai fatta, non resta he sperare nella clemenza del ct. Il quale, pur evitandogli un rientro anticipato a Milano, non ha potuto fare a meno di esprimere la sua rabbia per i comportamenti di un giovane che non si rende conto di quanto sia fortunato, e fa di tutto per rovinarsi.
Non è il caso di continuare a bacchettare un ragazzo appena maggiorenne, che come tutti i suoi coetanei ha voglia di divertirsi. Ma Mario non è come tutti i coetanei, non lo è mai stato sin dall’infanzia, non lo è soprattutto oggi. È baciato dal talento, può diventare qualcuno nel calcio, nella storia dell’Inter e della nazionale. Ma essere un campione non dà solo diritti, anche doveri. Il dovere di comportarsi in modo esemplare, evitare gli eccessi e sfruttare al massimo le proprie doti. Questo è il modo migliore per ringraziare chi gli vuole concedere opportunità importanti per crescere, sia nel calcio sia nella vita.