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Mateo, Saphir e i compiti per le vacanze

di Luca Pessina

Si apre nel migliore dei modi in casa Inter la settimana del closing per il passaggio ufficiale della maggioranza del club nelle mani di Erick Thohir. La vittoria col Livorno porta i nerazzurri a soli 3 punti dal terzo posto, occupato dal Napoli sconfitto allo Juventus Stadium, e che vale la Champions (vengono poi rosicchiati due punticini alla Roma capolista e sprecona col Sassuolo). 

Il tycoon indonesiano avrà apprezzato, dal divano di casa, le esternazioni di Walter Mazzarri. Non tanto quelle dove lo ringrazia per i complimenti ricevuti in settimana (tra l'altro strameritati per l'inizio di stagione), piuttosto le parole sui "ragazzi terribili" Mateo Kovacic e Saphir Taider. Giovani, forti e in rampa di lancio: "il futuro dell'Inter", parola del tecnico. E in questo Thohir e Mazzarri non possono che trovarsi in completa sinergia

Intanto viene zittito, tanto dalle parole quanto dai fatti, chi sosteneva che Mazzarri non credesse nei giovani. Piuttosto il tecnico sta cercando di farli crescere in modo da non bruciarli ed esporli a rischi eccessivi, che la squadra può pagare, ma i minuti concessi a entrambi parlano chiaro, come l'applicazione che stanno mostrando per seguire le direttive del tecnico. 

Mateo ha avuto una, due, tre chances in altrettante posizioni per chiarire a Mazzarri la collocazione migliore in questa Inter. La risposta definitiva ancora non c'è, ma il talento da modellare sì. Saltare il ritiro ha di fatto frenato la crescita del croato, che ora corre per recuperare il tempo perso. L'esperimento alle spalle della punta non è accantonato del tutto, ma sabato sera Kovacic ha agito da mezzala, la naturale evoluzione del suo impiego in patria davanti alla difesa, con spiccate doti offensive e nella creazione del gioco. Se d'estate Mazzarri aveva iniziato un lavoro per incattivirlo davanti alla porta (dove il cantiere è ancora aperto), ora il tecnico lo sta istruendo a livello tattico (come fatto con Alvarez, migliorato esponenzialmente in fase difensiva). Col Livorno Kovacic entra in punta di piedi, attentissimo a non scoprire la sua posizione, in un momento difficile per l'Inter. Ottimi un paio di break a centrocampo, tocchi di prima, poi la classe emerge sempre. Il passaggio a Nagatomo (come la serpentina che lo precede) è un gioiello. Con certi spazi è incontenibile, Mazzarri lo sa e si sgola per farlo andare maggiormente senza palla. "La vuole sempre sui piedi" ha detto nel post partita, sottolineando che su questo aspetto sta battendo e non poco. Quando si saranno sistemati del tutto gli automatismi offensivi e difensivi, Kovacic potrà davvero stupire. Mazzarri preferisce qualche mese di purgatorio pur di vederlo crescere e il bastone più della carota serve per non mettere eccessiva pressione su un 1994 che l'anno scorso ha avuto l'Inter sulle spalle troppo presto.

Discorso leggermente diverso per Taider. L'algerino è un tuttofare, gioca a destra come a sinistra, sempre con corsa e cuore. Nell'Inter è imprescindibile e non sorprende che abbia preso il posto a metà campo di Guarin, che ogni tanto si scorda una delle due fasi. La cattiveria non gli manca, piuttosto non riesce sempre ad essere lucido in fase di costruzione e qualche volta è vittima di ingenuità che fanno sgolare Mazzarri (lo scivolone nel finale di sabato sera poteva costare caro dopo una partita poco appariscente, ma davvero generosa). Il tecnico lo ha sottolineato: "Ha fatto il titolare nel Bologna e adesso è arrivato all'Inter, due realtà diverse". Si sta adattando velocemente, ma tutto l'ambiente crede nell'investimento fatto. La timidezza c'è solo davanti alle telecamere e tener testa fisicamente a Duncan la dice lunga sulle potenzialità di Taider. I rimbrotti di Mazzarri sulla scelta degli scarpini intanto saranno entrati in testa forti e chiari. Il lavora continua e le ingenuità finiranno presto.

Ora Mazzarri è preoccupato, a ragion veduta, per la sosta delle nazionali, che lo priverà di entrambi. Il lavoro del Sergente continuerà comunque in queste due settimane. Entrambi hanno messo in valigia una dvd coi dieci minuti di partita giocati da capitan Zanetti al rientro, da guardare e riguardare, per crescere e capire cosa serve per essere dei leader. E con un professore come Mazzarri guai a non fare i compiti delle vacanze. I due sono avvisati. 


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