Mercato, accelerare è un imperativo complicato. Arabia Saudita? Il calcio italiano pensi alla sua autodistruzione...
Ogni giorno che passa è un giorno perso. Sì, è proprio così, anche per i movimenti di mercato. Siamo a fine luglio e l'Inter non ha ancora ufficializzato il sostituto di Onana. Sommer è il nome più caldo, ma l’accelerazione decisiva ancora non c’è stata e i tifosi interisti, sui social, si sono un po’ spazientiti per questa situazione di stallo pressoché permanente.
C’è poi da effettuare un ragionamento per l’investimento in attacco: Inzaghi negli scorsi giorni ha dettato la via per competere ad alti livelli su tutti i fronti, avendo dichiarato che l’obiettivo rimane il successo tricolore e lottare ancora per arrivare in fondo in Champions League. Le sue dichiarazioni hanno fatto storcere il naso a qualcuno, che ha ipotizzato quale sarebbe stata la reazione di Antonio Conte qualora si fosse trovato in questa situazione in questo preciso momento del pre-season.
La rosa sarebbe dovuta già essere definita quasi per intero. All’appello, invece, mancano due portieri, un difensore, il sesto centrocampista e la punta tanto agognata. Il roster va completato, anche se, analizzando l’assetto tecnico attuale, possiamo dire con certezza che è competitivo. Alla luce delle parole di Inzaghi, concordo con il collega Simone Togna quando scrive che: “Parlare oggi di seconda stella e di finale Champions è un atto di fede, non un giudizio basato su ragionamenti oggettivi”. Il ritratto preciso per inquadrare l’attuale momento nerazzurro.
Chiosa finale sul'Arabia Saudita: ha strappato al calcio europeo anche Riyad Mahrez dopo un Triplete magistrale con il City (anche se non è stato vero protagonista dei citizens). Tuttavia le parole di Ravanelli suonano fuorvianti: “Bisognerebbe trovare una soluzione per questi signori che vengono così facilmente a prendere i nostri talenti perché così il calcio europeo rischia di morire”. La soluzione certamente va trovata, ma bisogna anche ricordarsi che ognuno fa i propri interessi tirando la volata al tornaconto personale. Si sta sgretolando il sistema competitivo italiano/europeo? A noi toccherebbe guardare in casa nostra, perché è una vergogna inaudita che ogni anno diverse squadre professionistiche falliscano e l’estate venga trascorsa a colpi di ricorsi, ricorsi… e ancora ricorsi. Il tribunale è diventato il centro del campo. Sempre meglio, no?