Messaggio di Natale dal numero 23
Spegnete le tv... si va a nanna. Disse papà gufo ai piccoli gufetti, rimasti tristemente delusi del lavoro compiuto nei novanta minuti pomeridiani di Inter-Lecce, finito con un risultato insperato. Fatiche da rivedere per i piccoli gufetti bianco(rosso)neri, rei di aver rinunciato alle compere pre-natalizie per gufare la capolista, colpevole di aver permesso a tanta gente rimasta vanamente sul trespolo in attesa del passo falso di tirare fuori la testolina e lasciarsi andare a sfottò rimasti sulla punta della lingua fin quasi a togliere il respiro. Un libera tutti, il ko incassato col Bologna in Coppa Italia, che ha finalmente ridonato ossigeno ai tifosi d'altra fede che in questi primi mesi della stagione 2023/24 hanno di rado trovato momenti per poter tirare la testolina fuori dall'acqua. Eccezion fatta con Sassuolo e Bologna in campionato, Real Sociedad e i quarantacinque minuti di Lisbona in Champions, andamento e andazzo dei nerazzurri non hanno lasciato particolare spazio a sciaguattii vari, tipici d'inizio stagione scorsa e il primo barlume servito agli speranzosi lo ha regalato proprio l'inaspettato 1-2 di Coppa Italia che aveva di fatto spalancato la porta del tempio dei sacrifici anti-seconda stella, progetto spirituale questo naufragato sotto i colpi di un ispirato Yann Bisseck e di un indomo Nicolò Barella, con partecipazione speciale di Marko Arnautovic. Al successo in Coppa del Bologna ha fatto seguito l'1-2 della Juventus in casa del Frosinone di ieri a pranzo, un colpo dell'ultimo respiro che aveva inevitabilmente alzato l'asticella degli scongiuri e riempite le pance, via di gufata e chissà che la squadra di Inzaghi non incappi nei vecchi demoniaci errori. Ma l'unico demone quest'anno sembra davvero quello in panchina che alla vigilia del Natale il panettone lo mangia e pure lo serve.
Anche senza il più dei leader dei leader, Inzaghi dimostra che la sua Inter c'è. Che sa non solo galleggiare ma anche dimenarsi tra acque che l'assenza di Lautaro, ma anche di Dimarco, Dumfries e Cuadrado, rende tempestose in un periodo così affollato e delicato. Con l'argentino seduto in tribuna a soffrire e gioire a distanza, inquadrato a inizio partita al fianco del direttore sportivo Piero Ausilio, i compagni hanno dimostrato come dietro la parola Inter ci sia ben visibile il concetto di famiglia. Un concetto sottolineato anche dal protagonista di serata Nicolò Barella che dopo essersi sbloccato con il Napoli trova il secondo gol stagionale sotto gli occhi dei suoi tifosi nell'ultima partita dell'anno in casa, il 23 dicembre 2023. "C'è stato un periodo in cui mi sono fatto condizionare da alcune cose e quando succede non fai bene in campo. Ho ripulito la testa grazie ai miei compagni" ha detto il centrocampista a fine partita ai microfoni di Sky, parole che fanno da eco a quanto già precedentemente dichiarato a proposito del supporto ricevuto dalla squadra in un periodo familiare delicato, reso pubblico da lui e la moglie qualche giorno prima. Famiglia, appunto. Ed è proprio da tale che la squadra di Inzaghi ieri pomeriggio contro il Lecce si è presa e ha dato: un altro pezzetto di classifica nel primo caso, risposte, gioie e dispiaceri nel secondo. Risposte a sé stessa in primis, dando modo di apprezzare ancora una volta un altro tassello di maturità acquisita nel tempo: vincere con la prestazione fatta dopo il risultato di mercoledì e con le cattive nuove arrivate dall'infermeria non era scontato né qualcosa di cui gli interisti possono dirsi abituati. L'Inter delle passate stagioni avrebbe potuto non farci scrivere queste righe e l'Inter-Lecce di ieri pomeriggio è l'eccezione che conferma la regola. Una regola completamente diversa rispetto al passato, questa non è la stessa dello scorso anno, né del 2022. Referto che la squadra consegna altresì agli altri: "Dagli errori si impara" - cit. E questa Inter qui sembra imporre che inciampare è lecito, rotolare è cortesia...
Cortesia che i nerazzurri non sembrano voler servire e dagli strafalcioni col Bologna hanno giusto appreso qualche monito a proposito di buone maniere quanto di sopravvivenza. Motivo per il quale contro i salentini sapevano come non ci fosse né buona maniera né bon ton che tenessero e le cortesie, con buona pace degli slogan di gentilezza pre-natalizia, sono rimandate a data da destinarsi: imbandire una tavola di Natale da padroni di casa o da ospiti della classifica era la scelta da fare per l'attuale capolista che, da grande famiglia che si rispetti ha agito nel bene della sopravvivenza. L'unione fa la forza ed è proprio con unione che l'Inter ha dimostrato la sua forza, ancora una volta prendendosi gioie e mietendo dispiaceri, e a proposito di risposte a sé stesse e agli altri, in particolar modo per 'gli altri' di cui sopra il messaggio è abbastanza lapalissiano: spegnete le tv... si va a nanna. Buon Natale 2023, dal numero 23.