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Moratti, è ora di imitare Berlusconi

di Fabio Costantino
Ibrahimovic abbraccia Maicon

Esporsi ancora una volta sulla questione Ibrahimovic-Maicon rappresenterebbe un rischio, dal momento che ogni giorno emergono novità di mercato che minacciano di annullare le poche certezze sin qui collezionate, oppure rafforzano legami apparentemente appesi a un filo. L’ultima volta ho scritto della permanenza di Ibrahimovic all’Inter, più forzata che scelta personalmente dall’attaccante svedese, soprattutto per una situazione economica che impedirebbe l’evoluzione di un eventuale trasferimento. Ebbene, da allora la situazione non è mutata a livello pratico, ma sono accaduti due fatti che potrebbero lasciare il segno: l’incontro tra Branca e Valdano (ma come, il Real Madrid ha detto di non essere interessato a Ibracadabra…), durante cui i manager hanno discusso in primis di Maicon, senza però perdere l’opportunità di considerare l’affare Ibra; secondo episodio, le dichiarazioni di Moratti presidente, che ha ammesso di dover ragionare anche sul bilancio della sua società, anche a costo di privarsi di pedine importanti.

Una scelta da proprietario di azienda, non da tifoso, perché nel secondo caso, come da sua stessa confessione, non lascerebbe mai andare via i due fuoriclasse. Alzi la mano chi potrebbe dargli torto in questo momento. Il sondaggio attualmente online sul nostro sito (oltre un migliaio di voti, grazie a voi che avete partecipato attivamente) fa emergere un punto di vista diviso esattamente in due tronconi: c’è chi sostiene che Moratti debba obbligare i due scontenti a rispettare il loro contratto, ma c’è chi invece pensa che entrambi dovrebbero fare le valigie dopo una così scarsa dimostrazione di attaccamento alla maglia. In entrambi i casi, però, emerge il malcontento dei tifosi nei confronti di Ibrahimovic e Maicon e delle loro bizze.

Moratti ha scelto il percorso al confine tra le due convinzioni: pugno duro sì, ma solo dal punto di vista economico. Non costringerà nessuno a rimanere controvoglia all’Inter, ma non si lascerà prendere per il naso da chi vuole i saldi estivi anticipati sulla merce di marca. Se Perez o chi per lui vuole Ibra, deve rassegnarsi a staccare un bell’assegno, così come fatto per Kakà e Cristiano Ronaldo. Forse i due sopracitati meritano una valutazione superiore allo svedese? Oppure Maicon nel momento in cui ne si stima il valore improvvisamente non è più l’esterno destro migliore al mondo, ma solo un buon giocatore? Dopo averlo visto in campo contro l’Italia nessuno può avanzare alcun dubbio sulla sua classe e sul suo recupero fisico dall’infortunio dello scorso marzo. In attesa di ascoltare le verità di Ibrahimovic (e non semplici abboccamenti linguistici che non dicono nulla), il brasiliano ha corretto nuovamente il tiro, estraendo dal cilindro una questione di principio che lo ha infastidito nel rapporto con l’Inter.

Un argomento che potrà essere risolto senza problemi durante un faccia a faccia tra lui, Mourinho e Moratti, così come è avvenuto quando il manager Caliendo ha incontrato i vertici nerazzurri ed è uscito dalla sede con il sorriso sulle labbra. Ora potremmo dire che Maicon è tornato a essere interista, ma pur sempre sub iudice, perché il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Soprattutto perché lui e Ibra oggi hanno solo il 50% di probabilità di vestire ancora una volta la maglia dell’Inter. Perché in un periodo in cui la gente è a casa senza lavoro oppure fa sacrifici incommensurabili per arrivare a fine mese, un presidente non può permettersi di fare muro contro muro con chi vuole più di quello che già ha, né di ignorare offerte economiche che di questi tempi farebbero bene chiunque. Non è più il tempo dei mecenati, Moratti che lo è nell’anima se n’è reso conto. Seguire l’esempio di Berlusconi (che ha lasciato andare Kakà) stavolta potrebbe essere un’idea saggia. Anche se da tifoso sono certo che il patron nerazzuro stia soffrendo solo al pensiero.
 


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