.

Moratti, l'Apache e il grande ritorno. Ma c'è il fattore rischio

di Fabrizio Romano

Un Brigante a Milano. O sarebbe meglio dire un Apache. Carlos Tévez, con dietro una valigia di soprannomi e quel volto da cattivo ideale per un western, è pronto a sbarcare all'ombra della Madunina. Basta guardarlo per capire che non è uno come gli altri: Tévez è atipico in campo e fuori, un casinista regolare, ossimoro vivente, un fenomeno che sa essere devastante in campo come nello spogliatoio se non nelle giuste condizioni. Insomma, Carlitos può essere un colpo capolavoro così come un rischio. L'Inter e il Milan si stanno scannando per portarselo a casa, una lotta ancora del tutto viva ma che al momento vede avanti i rossoneri. Galliani ha in pugno il sì del giocatore ma anche dell'agente Joorabchian, un particolare non da poco. Il volpone anglo-iraniano muove Tévez come un burattinaio e il rapporto con l'amministratore delegato è idilliaco. L'Inter però possiede il sì del Manchester City per il prestito con diritto di riscatto obbligatorio a giugno, condizione alla quale il Milan si piegherebbe solo con alcuni vincoli e clausole che i Citizens non digeriscono bene. A Manchester vogliono la garanzia dei soldi, non intendono doversi ritrovare con la grana Tévez neanche nell'ultima clausoletta in fondo al contratto. E allora?

E allora è braccio di ferro. Perché le due milanesi le posizioni le hanno prese, ora sul ring ci sono Carlos & Kia contro Roberto Mancini & Manchester City. "C'eravamo tanto amati", il titolo di una battaglia imprevedibile fino a un anno fa. Eppure, adesso a Milano aspettano risposte, chi con la sua parte sottobraccio, chi con l'altra. Ma visto che la volontà del giocatore spesso fa la differenza, il vantaggio va concesso alla società di via Turati. Il tutto, con l'inserimento a sorpresa del Paris Saint-Germain: 35 milioni subito, ma Carlitos non è per niente attratto. L'Inter, comunque, c'è. E questo è un bellissimo segnale che arriva da Corso Vittorio Emanuele: Massimo Moratti ha deciso di tornare ad investire quando ci sono opportunità importanti come in questo caso, l'idea è tentare di prendere campioni a prezzi comunque ragionevoli. Venti milioni non sono pochi, alla faccia di chi diceva che l'Inter non ha più voglia di spendere. Moratti ci sta mettendo i soldi e la faccia perché Carlitos gli è sempre piaciuto, l'Inter ci avrà provato. Altrimenti arriverà qualcun altro. Ma a proposito di tentativi, siamo proprio sicuri che Tévez sia un colpo straordinario e infallibile?

Personalmente, no. Sia chiaro, se vi fossero i margini l'Apache lo porterei a casa senza alcun dubbio. Perché l'Inter ha bisogno di un trascinatore, di una stella, di un fenomeno affamato di cui vendere le magliette e innamorarsi follemente. Sarebbe una ventata d'aria pulita importante per il presente e per il futuro, inutile negarlo. Ma svenarsi eccessivamente per Tévez è un rischio notevole che nessuno finora ha evidenziato adeguatamente: Carlos è uno che è stato capace di spaccare spogliatoi ovunque è andato, di rompere con tutti, da Ferguson a Mancini; inoltre è un investimento economicamente costosissimo se pensiamo anche all'ingaggio oneroso oltre al cartellino, ma anche non certo in ottica futura perché Tévez non ha mai negato di voler tornare non troppo tardi in Sudamerica per sentirsi a casa con la sua famiglia. Insomma, una testa calda non proprio attaccatissima alla maglia che indosserà, qualunque essa sia. Un vero brigante che si rispetti, magari per dirlo più elegantemente, un lanzichenecco del ventunesimo secolo. Eppure, la colonia argentina potrebbe fargli molto bene da questo punto di vista, ma chissà. Forse preferirà quella brasiliana, o forse no. Presto lo sapremo, adesso non ci resta che aspettare con una certezza: Moratti è tornato, alla grande. Alla faccia di chi non ci credeva.


Altre notizie