Niente scuse né alibi. Ma all'Inter non hanno l'anello al naso
Non so se l’Inter conquisterà dei trofei in questa stagione. Anzi, la verità è che i nerazzurri potrebbero benissimo chiudere l’annata con zero titoli. Ma anche chi lo sa, con uno storico Triplete. O più, contando il Mondiale per club. Ad oggi è impossibile stabilire con cognizione di causa, o meglio con certezza assoluta, dove possano arrivare i nerazzurri. Questo semplicemente perché di certezze non ce ne sono.
La Champions è la competizione dei dettagli, dove basta un nonnulla per venir punito al primo errore. La Coppa Italia potrebbe eventualmente regalare un doppio derby e visti i risultati sinora ottenuti dai nerazzurri contro i rossoneri (brucia ancora la Supercoppa persa) è oggettivo come non sia facile arrivare a Roma per giocarsi il trofeo (anche perché prima eventualmente Lautaro e compagni dovranno battere una Lazio vogliosa di riscattarsi dopo l’umiliante 0-6 di qualche settimana fa). In campionato poi c’è il Napoli. Di Conte. Di Lukaku. Di 100 e passa milioni spesi nell’ultima sessione estiva di calciomercato. È vero che Kvaratskhelia è stato appena ceduto, ma altrettanto vero che il georgiano (che per me è un campione) non era più da tempo il fuoriclasse assoluto che quasi da solo aveva vinto con le mani in tasca lo scudetto di due anni fa, ma un buon soldatino al servizio della squadra. Ovvio che è meglio avere Kvara in rosa piuttosto che non poter contare su di lui. Ma per come giocano gli azzurri peserebbe molto di più oggi un’assenza prolungata di Romelu, che vuoi o non vuoi resta tra gli attaccanti più decisivi della Serie A, rispetto a quella del ragazzo trasferitosi ora al PSG.
Insomma le insidie per l’Inter ci sono tutte. Sono reali. E complimenti sinceri ai rivali dei campioni d’Italia. Ma sapete dove l’Inter ha già vinto tutto? Nella mentalità acquisita. Nonostante gli evidenti errori arbitrali di questi ultimi tempi – pazzesco che un colpo di karate sia stato derubricato a nulla – nessuno in Viale della Liberazione fiata davanti alle telecamere. Nonostante gli impegni su più fronti, rispetto alle zero gare europee dei campani, usciti malamente dalla Coppa Italia, Thuram dice chiaramente che si tratta di una scusa. In realtà non è così, perché oggettivamente giocare di più porta stanchezza, maggiore rischio di infortuni e non solo. Ma le lamentele stanno a zero.
Certi personaggi poi continuano a parlare di Marotta League, nonostante quelli spesso favoriti quest’anno siano a distanza siderale dalla prima in classifica. Idem per Conte, che se subisce un presunto torto fa subito la voce grossa, mentre se ottiene un favore per un qualsiasi abbaglio fa finta di nulla. Attenzione: questo non significa che all’Inter abbiano l’anello al naso, perché tutti sono comunque consci del fatto che se fosse stato fischiato un enorme fallo su Asllani sul 2-0 contro il Milan in bacheca già oggi ci sarebbe un trofeo in più. Ma quella mentalità acquisita di cui parlavo prima ti porta a non piangere sul latte versato, a lavorare, a pedalare. A cercare di migliorarti giorno dopo giorno. Senza cercare scuse, né alibi.
Si può essere d’accordo o meno (io in realtà in qualche occasione mi sarei anche fatto sentire perché in epoca di post verità i terrapiattisti del calcio sono lì col mirino puntato), ma il fatto che i nerazzurri competano su ogni fronte resta reale e oggettivo. E questo status in Italia lo ha solo Inter, che viene criticata per un pareggio dopo 12 vittorie in campionato. Fosse sempre così ci sarebbe da festeggiare, a prescindere.