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"Non avevo la TV in casa. E andavo dagli amici a vedere l'Inter"

di Simone Togna

Chiariamo subito un concetto. Anzi, due. In primo luogo parlare, o per meglio dire scrivere, di calcio e calciomercato in questo momento conta poco-nulla. La salute viene sempre prima di tutto. E mi auspico quantomeno che quanto successo in queste settimane faccia capire alla popolazione che i veri eroi sono quelli che salvano la vita agli altri. Lo pensavo anche prima del Covid-19. Lo affermo adesso con ancor più cognizione di causa. Quindi speriamo che i calciatori – che hanno la bravura e la fortuna di percepire un lauto stipendio, vengano meno venerati. Sono persone come noi, con la differenza che sanno tirare quattro calci ad un pallone.  Il calcio era, è e sarà sempre una passione mondiale. Io lo riterrò sempre lo sport e il gioco più bello del mondo. E resto fiero del mestiere che ho scelto. Ma ripeto: i professionisti da mitizzare sono altri.

Ricordiamocelo per il futuro, quando si potrà tornare in campo.
Dopo questa doverosa premessa, vi chiedo: chi ha pronunciato la frase che ho usato come titolo per l’editoriale? “Non avevo la tv in casa. E andavo dagli amici dei miei genitori per vedere su YouTube le partite dell’Inter. E i gol di Adriano”.

Il protagonista si chiama Romelu. E di cognome fa Lukaku. Ieri durante una spassosissima, quanto interessante, diretta Instagram con l’Imperatore, Big Rom ha anche svelato questo particolare della sua infanzia.

“Se avessi giocato in Italia, lo avrei fatto solo per l’Inter”, l’ulteriore sentenza della punta belga. Non so voi, ma a me queste parole, non lasciano indifferente. Anzi. Credo dicano molto della personalità dell’ex United.

Un gigante buono che si dimostra ancora una volta un ragazzo più che umile, che non rinnega le proprie origini e che con quel: “Bello giocare per i compagni e sacrificarsi per loro”, espresso sempre sui social nel confronto con il brasiliano, fa capire come in campo, così come nella vita, sia fondamentale voler bene e farsi volere bene.
Altra caratteristica basilare di quando giochi a pallone, ma direi di qualsiasi mestiere, è la fame di arrivare. Un plus maggiore se poi nello specifico vuoi portare in trionfo la tua squadra preferita.
Ecco, i top player fanno ovviamente la differenza. Ma nessuno mi toglie dalla testa che se la squadra nerazzurra dovesse respirare ancor più aria di interismo, si creerebbe un’alchimia clamorosa, un’empatia che potrebbe solo giovare ai risultati dei nerazzurri.
Parliamo di una caratteristica che non puoi comprare. Né tantomeno allenare. Devi provarla. Ecco Lukaku ce l’ha. Si vede. E con lui tanti altri.


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