.

Ogni volta

di Egle Patanè

E ogni volta che viene giorno

Ogni volta che ritorno…

Cantava Vasco Rossi, e cantavano gli interisti sulle note di Vasco Rossi nel pre Inter-Lecce, match valido per la prima gara casalinga della stagione. Lì dove le migliaia di trepidanti cuori nerazzurri sono tornati, o per dirla fedelmente, ritornati, a battere all’unisono e allo stesso ritmo scandito dalla squadra di Simone Inzaghi, tornata a vincere proprio sotto il suo pubblico. Dopo il pari col Genoa dell’esordio stagionale, nella prima volta al Meazza i campioni d’Italia non sbagliano e fanno alzare decibel e vibrazioni della Scala del calcio due volte: la prima con Darmian, che premia la scelta del piacentino di puntare su di lui dal primo minuto a discapito di Denzel Dumfries, la seconda con Calhanoglu, chirurgico ancora una volta dagli undici metri.

Nessun grande rischio, possesso palla intelligente e pressione pressoché nulla, quantomeno fino agli ultimi scampoli di match, con doppio vantaggio in saccoccia, lasciati gestire ad un avversario che pur trovando più volte qualche corridoio verso Sommer non riescono mai a stupirlo né a superarlo. Con serenità e neanche eccessivo sforzo tecnico i padroni di casa cominciano a indirizzare un binario lubrificato dalla buona nuova arrivata dal Tardini, dove i cugini, che nello scorso turno avevano 'copiato' il risultato degli interisti terminando per 2-2 al fotofinish l’incontro casalingo col Toro, si piegano per 2-1 al Parma regalando il primo sorpasso stagionale ai neo-bistellati. Primi tre punti che fanno sorridere Inzaghi che può scrollarsi di dosso il peso del rammarico trascinatosi dal pari di Marassi, che pur non facendo temere granché aveva inasprito di amaro il sapore del ritorno ad una quotidianità oggi aggiustata da una più che buona prestazione di un'Inter orfana del suo leader e capitano Lautaro, lasciato a riposare dopo il problemino muscolare accusato nei giorni scorsi. Al posto del Toro, un più che buono Mehdi Taremi si presenta al suo nuovo popolo alla prima grande chiamata dell'anno con la nuova maglia: sostituire il capitano sotto la pressione di 70.921 spettatori ammaliati da una prestazione silenziosa e non sfarzosa, ma deliziata di intelligenza calcistica e giocate da grande giocatore che non trovano consacrazione ma solo formalmente. L'ex Porto rimanda ancora l'appuntamento col primo gol ufficiale, ma non nega qualità e incisività ad un match che fa di lui uno dei più applauditi dopo il solito Dartagnan e Calha, protagonisti di serata. Una presentazione che fa sbottonare il Demone ai microfoni che, fiero dei frutti che inizia a raccogliere, si sbilancia dicendosi pronto per l'affollata d'impegni annata in avvio, fiducioso dei suoi ragazzi e nei confronti di un percorso che inizia con i segnali giusti.

Sarà un'annata lunga, atipica, e già venerdì, prima della sosta, arriva un esame di quelli importanti contro un'Atalanta partita in quarta, che vede partire e arrivare giocatori a ritmi incessanti ma che nonostante questo continua a conservare sempre una sua identità e soprattutto una immarcescibile pericolosità. Nel corso degli anni, però, Inzaghi ha dimostrato di sapere come fare scacco matto a Gasperini, pertanto, come dice anche Hakan Calhanoglu, ci sarà tempo per pensare a questo big match.

E a farsi trovare pronti e carichi. Come ogni volta.


Altre notizie