Ora l'Inter ha un Lautaro in più
Archiviata con soddisfazione la goleada in Champions League contro la Stella Rossa di Belgrado, questa sera l'Inter torna in campo al Meazza. Martedì abbiamo assistito ad una serata pressochè perfetta per la squadra nerazzurra. Vittoria, quattro gol senza subirne e questo fa bene alla differenza reti che serve con la nuova formula della massima manifestazione europea, ampio turn-over che è servito a gestire al meglio le energie. Insomma, Simone Inzaghi è riuscito a trasformare una gara di Champions in un proficuo allenamento in vista della sfida di campionato di questa sera contro il Torino.
L'inizio di stagione, per i campioni d'Italia in carica, non è stato certo esaltante. La sconfitta nel derby svelava che la Beneamata aveva ottenuto solo otto punti in cinque partite. La trasferta di Udine, contro una squadra che era addirittura più in alto in classifica con due lunghezze di vantaggio, era giustamente temuta dai tifosi nerazzurri, ancora scossi dalla non prestazione contro un Milan che aveva perso sei stracittadine consecutive e che la maggioranza degli osservatori riteneva ancora una volta vittima predestinata. Il campo, come sempre giudice supremo, aveva invece detto il contrario. Ma a Udine, pur soffrendo per il reiterarsi delle distrazioni difensive iniziate già alla prima giornata contro il Genoa, l'Inter è riuscita a vincere per 3-2 una gara dominata sul piano del gioco e che per larghi tratti ha restituito la sensazione di forza che ha permesso di dominare la scorsa stagione.
In terra friulana è finalmente tornato al gol Lautaro Martinez, autore di una doppietta. Fortunato il primo sigillo, bellissimo il secondo gol, un gol alla Lautaro. E il capitano è riuscito a buttarla dentro anche contro la Stella Rossa, pur giocando solo uno spezzone di gara nel secondo tempo. Il graduale, ma ormai accertato, ritorno alla migliore condizione dell'argentino, è la migliore notizia per il mister. Lautaro Martinez è una delle figure indispensabili per un Inter ancora vincente, lo ha dimostrato anche quando ha lasciato la possibilità a Taremi di segnare, su rigore, il suo primo gol con la maglia nerazzurra. Un gesto da vero capitano che in quel momento ha messo da parte l'inevitabile e sacrosanto egoismo che deve avere un attaccante di razza, per mettersi al servizio della squadra. Sì, perché Lautaro aveva capito che in quel momento Taremi doveva completare con la gioia della rete a San Siro, una grande prestazione condita da due preziosi assist. Martedì si è avuta la conferrna della bontà dell'ingaggio dell'attaccante iraniano che non è una semplice riserva, ma il terzo titolare di un reparto che così offre ampie garanzie. Nella serata di Champions, da sottolineare anche la prova di Arnautovic, lui si conscio di essere una seconda linea, ma pieno comunque di voglia di fare. Il trentacinquenne austriaco ha segnato, ha alternato belle giocate a tentativi di inutile virtuosismo, ma è sempre stato sul pezzo. La sua performance ha attirato applausi e qualche fischio, forse ingeneroso visto l'impegno che non è mancato. Contro il Torino, che appaia i nerazzurri in classifica con undici punti, la partita sarà molto più ostica di quella disputata con i serbi. Mancherà ancora un punto di forza come Nicolò Barella, ma Inzaghi ha alternative di qualità come Frattesi e lo stesso Zielinski.
Per battere il Toro e rimanere nella scia del Napoli di Antonio Conte, servirà un'Inter capace di aggredire subito la partita, facendo viaggiare il pallone velocemente come si è rivisto per largi tratti a Udine e in parte contro la Stella Rossa. Ma sarà fondamentale, anche, non concedere all'avversario di avvicinarsi pericolosamente all'area di rigore nerazzura come troppe volte è successo sia a Udine che contro i serbi. Il resto lo dovrà fare lo stadio. Martedì un tifo incessante innnescato dal secondo anello verde, ha aiutato la squadra. Era un tifo sincero, spinto dalla passione per l'Inter e senza secondi fini. Un tifo da veri ultras, non da traditori di quell'ideale che accomuna generazioni.