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Pareggio tra luci e ombre e sabato arriva la Juve...

di Andrea Bosio

Allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” finisce 1 a 1. E così dopo 264 minuti di imbattibilità la porta nerazzurra è stata inviolata (svanita quindi la possibilità di mantenere intonso il tabellino dei marcatori avversari per tre gare consecutive, cosa che non accade dal 17 ottobre 2010). Curiosità: nelle 52 sfide giocate a Bergamo, tra Inter e Atalanta, è finita 16 volte con questo punteggio. La prima (giocata il 12 dicembre 1937) e l’ultima (giocata il 13 dicembre 2009) sono terminate con il medesimo risultato. Un pareggio, quello di ieri, tra luci e ombre. Partiamo dalle prime. Zarate sta dimostrando di  entrare sempre di più nei meccanismi del gioco e l’abnegazione con la quale si sta mettendo a disposizione delle esigenze del gruppo sono fattori che lasciano ben sperare per il futuro; La capacità di Sneijder di essere sia un giocatore dalle grandi doti sia un leader capace di prendere per mano i compagni; Un Lucio più disciplinato che, in attesa del suo vero partner di ruolo Walter Samuel, tiene in linea di galleggiamento un reparto che in alcuni momenti, nonostante i meno gol subiti, soffre ancora un pò troppo; Infine, la condizione atletica, pur non ottimale, è sembrata migliore rispetto alle ultime uscite: contro una squadra in forma e dall’età media nettamente inferiore, i nostri calciatori hanno corso fino alla fine riuscendo a controbattere in modo abbastanza efficace anche sul piano dell’intensità.

A questi dati positivi fanno da contraltare alcuni aspetti particolarmente negativi. Iniziamo da quello più evidente e preoccupante: la clamorosa involuzione di Milito. Il bomber argentino è l’ombra di se stesso e anche a Bergamo è stato protagonista in negativo. Ad un quarto d’ora dalla fine, dopo una gara generosa ma sul piano tecnico e della personalità gravemente insufficiente, sbaglia un gol a dir poco eclatante a pochi centimetri da una porta completamente vuota.  Dopo aver perso Eto’o, con gli acerbi Coutinho, Castaignos e Alvarez e con un Milito in queste condizioni è dura pensare a una grande rimonta con i soli Zarate e Pazzini a reggere sulle proprie spalle il peso di tutto l’attacco. Moratti, in seguito alle ultime riunioni con gli uomini mercato, al netto di una possibilità low cost, ha deciso di acquistare  durante il mercato di gennaio il solo Kucka, ma se le cose dovessero continuare in questo modo certe scelte andranno riviste.

Se le difficoltà di Milito durano da parecchio tempo, la serata di Bergamo va in archivio con altre due gravi insufficienze che ci si augura siano una tantum. La prima è la prestazione molto al di sotto rispetto alle ultime uscite di un Christian Chivu capace di: perdere in modo ingenuo Denis sull’azione del loro gol, sbagliare tanti disimpegni e provocare il calcio di rigore,dubbio ma frutto di un intervento ingenuo, poi ottimamente parato da Castellazzi.
Sul banco degli imputati sale di diritto anche il fin qui ottimo Ranieri. Diciamocelo: In una partita molto complicata non schierare dall’inizio il miglior attaccante del momento e storicamente cecchino infallibile contro gli orobici (Il Pazzo) e sostituire un brillante Zarate lasciando in campo uno spento Milito, ci fa dire attraverso un eufemismo che Sor Claudio non ha vissuto una delle migliori serate della sua carriera.

Sabato arriva la capolista Juventus e la voglia di incamerare i tre punti deve superare qualsiasi problema. I ragazzi devono gettare il cuore oltre l'ostacolo. E’ la classifica che  ce lo chiede. E’ la storia che ce lo impone.

 

BoA


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