Pazza, ma solo per il momento. Mancini sa cosa vuole, Thohir lo accontenterà
Prove generali dell'Inter che sarà. E poco importa se oggi gli interpreti non sono adeguati alle idee del tecnico. Roberto Mancini sta preparando evidentemente il terreno per il futuro, rischiando e sperimentando, ma con in testa ben chiara l'idea di dove si vuole arrivare. L'obiettivo è una squadra padrona di sé stessa ancora prima che dell'avversario; un'Inter dominante, con possesso palla e verticalizzazioni repentine. Un complesso di qualità, coraggioso, intraprendente ed efficace.
Contro la Lazio sono venute a galla ancora una volta le limitazioni della rosa attuale, costruita per un'altra idea di calcio. E sono emersi inevitabilmente quei difetti che ormai potremmo definire congeniti di qualche elemento. Eppure, benché tra errori, confusione, frenesia e precipitazione, anche nel primo tempo contro la Lazio la traccia è stata evidente: una squadra che vuole arrivare al gol attraverso un percorso ben delineato.
Adesso servirà il mercato di gennaio per correggere la rotta e dare un senso a un campionato fin qui davvero deludente. Il terzo posto, in fondo, non è poi così lontano, e rafforzando l'organico con gli uomini giusti si potrebbe tentare la scalata vincente che porterebbe dritti al playoff di Champions League. Una manna per le casse del club, con Erick Thohir che ha capito che nel calcio serve soprattutto vincere per far quadrare i conti, proprio in quest'ordine cronologico. Difficile accada il contrario.
Ecco perché si è investito in Mancini ed ecco perché fin dal prossimo mese si tenterà di accontentarlo nelle richieste. Un cervello di metà campo e almeno un esterno offensivo: questi gli obiettivi principali per svoltare l'annata, sia in Italia che in Europa. Il Mancio ha compreso che se proprio non si riuscirà ad agguantare l'Europa principale, l'unico modo per far fruttare i prossimi mesi è quello di cominciare a forgiare l'Inter in proiezione del 2015-16. Sia con il mercato di gennaio, ma soprattutto con il cambio di mentalità, adeguando la squadra al suo modo di vedere calcio.
Passerà gennaio, arriverà giugno. In estate, Ausilio sarà chiamato a completare l'opera e consegnare al tecnico un'Inter su misura, Champions o no. Sarà un lavoro di dettagli, occasioni e incastri, per chiudere il cerchio. Ma l'Inter del futuro sta nascendo adesso, è già in embrione. Per il momento, ci si accontenta di qualche pazza rimonta di un sapore già conosciuto. Ma solo per il momento.