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Per le altre big sarà difficile contrastare l'Inter. Nazionale? Punta dell'iceberg di un sistema da rivoluzionare

di Niccolò Anfosso

Le concorrenti dell'Inter si stanno attrezzando per arrivare al livello dei nerazzurri, ma sarà molto difficile, almeno per la stagione che inizierà tra poco più di un mese, perché il Biscione ha strutturato un impianto super-collaudato tra proprietà, campo e dirigenza. E' in ritardo il Milan, lo è il Napoli, l'Inter avrà tutti i big al loro posto. Inzaghi firmerà il rinnovo di contratto e questo rappresenta l'ennesimo certificato di ottima volontà di dominio. Ebbene sì, l'intento dei nerazzurri è quello di dominare senza indugio. Le caratteristiche identitarie ci sono, adesso occorre metterle in campo fino in fondo. Lautaro sta giocando sui suoi livelli la Copa America, poi ricaricherà le pile prima di iniziare il ritiro. La sua conferma, come quella di Calhanoglu (cercatissimo dal Bayern Monaco) è fondamentale.

L'Inter sa come ripartire. Confermarsi non sarà facile, perché il prossimo campionato si preannuncia davvero impegnativo sul piano della concorrenza. Antonio Conte è rientrato in Serie A, optando per la panchina del Napoli: i partenopei vogliono riscattare una stagione davvero deludente, terminata al centro della classifica dopo lo scudetto conquistato. Il Milan deve ancora ufficializzare il tecnico ma si sta già muovendo per sostituire Giroud, rinforzando con freschezza tecnica i diversi reparti. La Juve ha scelto Motta. L'Inter prosegue all'insegna della continuità: d'altronde squadra che vince non si cambia e il tema della sostenibilità finanziaria è un punto cardine del calcio italiano

Volevo spendere qualche altra parola sulla Nazionale. Occorre puntare sui settori giovanili. Ricordiamo la vittoria dei gioiellini dell'Under 17, che hanno conquistato il tetto d'Europa con grande personalità. Il responsabile delle nazionali giovanili Maurizio Viscidi è un profondo conoscitore della materia e ha più volte certificato la volontà di cambiare metodologia di lavoro nei vari settori giovanili. La sua applicazione concettuale è stata strepitosa e siamo contenti di esser tornati a far la voce grossa. Ma la proiezione è incentrata già sul prossimo obiettivo. Milan e Inter protagoniste. "Se inizieranno a giocare a due tocchi, spalle alla porta, vuol dire che avranno intrapreso la strada sbagliata". Virgolettato da incorniciare. Indovinate chi l'ha pronunciato? Maurizio Viscidi, il deus ex-machina dal quale tanti dovrebbero imparare. In silenzio. Anziché parlare a vanvera nei vari convegni per pura visibilità.

Il fallimento negli Europei è stato lampante, troppo brutto per essere vero. Sarebbe anche l'ora di iniziare a ragionare in modo differente. Perché preferiamo il passaggio laterale a 5 metri rispetto al tentativo di puntare l'uomo e tirare dritti verso la porta? Perché manca il coraggio di lanciare Camarda, Mosconi e giovane compagnia cantante, nella mischia della Nazionale maggiore? Difetti strutturali, poltrone colme di polvere e persone che non hanno mai avuto nulla da dire al mondo del pallone. Costruito su vizi originali, storici e mai persi. E sarà dura sradicare queste radici illustri, questa matrice che deve seguire l'evoluzione del mondo. Meno social, più spensieratezza. Meno gabbie, meno tattica (anche ai presunti esperti dei salotti televisivi), più spazio al talento. Lasciato libero di esprimersi. Ma anche qualche poltroncina va spolverata... e cambiata! La Nazionale è soltanto la punta dell'iceberg di un sistema da rivoluzionare da cima a fondo.


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