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Per volare servono le ali

di Stefano Bertocchi

Nove gol in due partite sono un ottimo biglietto da visita per la nuova Inter di Antonio Conte. Dopo il poker in rimonta contro la Fiorentina a San Siro, i nerazzurri hanno concesso anche la manita in quel di Benevento, mettendo in luce la grande letalità offensiva che con lo scorrere delle settimane dovrà essere inevitabilmente equilibrata con una fase difensiva più solida. Quella interista, nella scorsa stagione, è stata la migliore difesa del campionato, ma nelle prime due uscite dell'annata 2020/21 capitan Handanovic ha dovuto raccogliere la palla dal sacco già cinque volte (tre con la Viola, due contro i campani). Un dettaglio non di poco conto, su cui serve lavorare per continuare a plasmare una squadra che ha ora tutte le carte in regola per pensare in grande tra campionato e Champions League, dove dovrà concedere poco a squadre come Real Madrid, Shakhtar Donetsk Borussia Mönchengladbach.

Tra chi è spiccato positivamente in questo avvio di stagione - partecipando attivamente a ben tre reti su nove - c'è anche Achraf Hakimi. Il treno marocchino, autore di un primo assist per Lukaku dopo l’ingresso in campo con la Fiorentina e di un secondo (sempre al belga) con annesso gol nella prima presenza da titolare con l’Inter al 'Ciro Vigorito', ha indirettamente confermato un concetto chiave: nel calcio moderno gli esterni fanno la differenza. Strappare il classe ’98 dalle grinfie del Real Madrid è stato un colpo da maestro del ds Piero Ausilio (che lo seguiva da tempo) e dell’ad Beppe Marotta, decisi a concretizzare l’investimento da 40 milioni di euro su un giocatore che si sta già dimostrando un autentico spacca-partite, smontando e facendo passare in secondo piano i classici discorsi sull’ambientamento. 

Di ‘nuovi Hakimi’ in circolazione, però, ce ne sono pochi. E mister Conte, uno che fa degli esterni a tutta fascia il punto cruciale del suo calcio totale ed offensivo, lo sa bene. Ma la ghiotta occasione di completare la batteria nerazzurra in corsia con un altro fedelissimo come Marcos Alonso lo stuzzica parecchio. Con l’uscita di Cristiano Biraghi (tornato alla Fiorentina) prima e quella di Dalbert Henrique (destinato al Rennes) poi, le fasce nerazzurre possono al momento contare sul già nominato Hakimi, sul sempreverde Ashley Young e sul rientrante Ivan Perisic, con Kwadwo Asamoah finito nel dimenticatoio e i vari Aleksandar Kolarov, Danilo D’Ambrosio e Matteo Darmian adattabili sul lato del campo all’occorrenza e in caso di necessità. 

Facile intuire come l’eventuale ritorno in Italia dell’ex Fiorentina rappresenterebbe un vero e proprio upgrade sull’out di sinistra: Alonso garantirebbe assist, corsa, quantità e qualità e anche gol, oltre ad essere un’affidabile arma in più sui calci piazzati (che quest’anno propongono più soluzioni, vista la presenza in rosa dell'educato destro di Eriksen e del potente mancino di Kolarov). La fascia di destra con Hakimi è sistemata per diversi anni, quella di sinistra potrebbe essere rinnovata con l’arrivo di Alonso. Magari sfruttando la nota rottura tra lo spagnolo e Frank Lampard e la possibilità di strappare il suo cartellino con una formula conveniente negli ultimi giorni di mercato.

Per volare servono le ali. E Hakimi e Alonso sarebbero quelle ideali per far planare la nuova Inter.

VIDEO - UN HAKIMI DEVASTANTE ESALTA TRAMONTANA


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