Perché (non) rischiare su SuperMario?
Perché riprendere Balotelli? A due anni dalla fatidica notte di Inter-Barcellona, quella della maglia gettata sul prato del Meazza che ha sancito il divorzio dai colori nerazzurri, è inutile negare che abbiamo sempre seguito vicende e tribolazioni del MadMario. Era, e continua ad esserla, l’eterna speranza al City di Mancini, che tra una carezza ed un eccesso d’ira non ha smesso di puntare sul figliol prodigo di Moratti. Perché un talento come quello di Balotelli non si può accantonare facilmente, mentre l’addio (momentaneo?) di due stagioni fa era una scelta obbligata da parte della società meneghina, trovatasi di fronte ad un’offerta che non poteva rifiutare. Sotto il peso degli oneri imposti dal Fair Play Finanziario, con la rottura insanabile tra Mario e il tifo della Nord, l’Inter ha deciso di salutare il suo pupillo lasciandolo imbarcare su un aereo diretto a Manchester. Anche la lettera della Curva del 23 aprile 2010 ha indubbiamente segnato il destino di un ragazzo allora ingenuo, a cui servirebbe un perdono per lasciarsi definitivamente alle spalle quel gesto scellerato.
Eppure anche in Inghilterra una personalità come quella sua non può che continuare a far parlare di sé. Sulla via della completa maturazione, ogni volta, ecco l’ennesimo sgarbo nei confronti della sua squadra, del tecnico e dello stesso Prandelli, che avrebbe voluto portarlo ad Euro 2012 e che invece adesso tituba davanti all’ultima balotellata. Graziato dalla FA che ha sorvolato sul durissimo intervento ai danni di Song in Arsenal-City, Balo può essersi giocato gli ultimi gettoni di fiducia del Ct degli azzurri a causa della quarta espulsione ricevuta in Premiership, che gli costerà comunque tre giornate di squalifica. Chi darebbe una seconda chance a SuperMario è il nostro presidente, che l’ha ceduto a malincuore pur sapendo che un suo ritorno dalle parti di Milano, quella nerazzurra, rimane sempre aperto. E così ecco accendersi di colpo l’idea di riportare Balo a San Siro, abbozzata anche dal Milan che ha sempre dimostrato di avere un certo feeling con i calciatori dal passato nerazzurro. Se derby sarà, come vuole Raiola, che da consueto copione sbandiera una verità per rimangiarsela il giorno dopo, l’Inter e Moratti hanno il diritto di pareggiare l’offerta dei rivali grazie alla famosa clausola di prelazione.
L’eco dei colpi di SuperMario non ci ha mai abbandonato, né di quelli del suo agente che ora apre al 'come back in Italy', causa nostalgia dell’attaccante, fermo poi auspicare la sua crescita e consacrazione a Manchester. Svalutato o no dal club inglese, l’ipotesi di veder tornare Balotelli non è più così remota, nonostante prima Moratti, poi Branca, abbiano smentito come di rito un reale interesse. Difatti i rischi di un’eventuale operazione con il City sono sotto gli occhi di tutti. In tanti hanno sino ad oggi fallito nel cercare di disciplinare quello che in campo rimane uno dei pochi centravanti in grado di cambiare da solo il volto ad una squadra. Rischi e pro palesati anche in Inghilterra e più volte rimarcati quando si parla di classe e talento di SuperMario. Una medaglia a due facce, che nasconde insidie da una parte, e chissà una stampa dorata dall’altra. Dipenderà anche dalle scelte che verranno fatte in panchina e, nel complesso, da come la società intenderà gestire il mercato sotto la guida del tecnico. All’inizio ci aveva provato persino Mourinho, che si è infine affidato al resto del gruppo. Ha avuto ragione grazie ad una squadra colma di campioni che poteva sopperire all’assenza di un fuoriclasse, sì, ma allora troppo immaturo.
L’Inter adesso piange la lontananza di alcuni, l’invecchiamento di altri. Anche l’eco di quegli anni non ci ha tuttavia abbandonato, quando Moratti e l’Inter erano pronti a rischiare sul mercato per sognare con i tifosi un futuro di successi (vedi l’operazione Ibra-Eto’o e tante altre scommesse messe a segno dalla dirigenza). Sono due anni che l’Inter ha smesso di rischiare, potrebbe essere arrivato il momento di tornare a sognare, partendo da SuperMario.