Perché quelle lacrime? Julio, dimostra che eri sincero
A Milano, il derby non finisce mai. E' tutto l'anno. Sul campo, in classifica, nelle polemiche e anche sul mercato. Certe volte, però, il derby è soprattutto a distanza. E allora non bastava il botta a risposta sulla malafede degli arbitri, con Bonolis paladino dei diritti interisti. Non bastava Balotelli, cresciuto nell'Inter e da gennaio uomo immagine del Milan.
No, non bastava. Perché dopo i vari Pirlo e Seedorf, Vieri e Ronaldo, non finisce qui. Il prossimo può essere un insospettabile, uno che sembrava interista vero: Julio Cesar. Le voci si rincorrono, il portiere brasiliano potrebbe veramente andare al Milan. E' un'ipotesi concreta, se ne riparlerà. Ancora non si può sapere se alla fine Julio andrà davvero, ma questo non interessa. Il Milan può cambiare obiettivo e puntare su un altro portiere. Julio Cesar non ha mai detto che non andrà al Milan. E' questo il problema. Se il Milan chiamasse, Julio direbbe sì. Nonostante i 7 anni e i 14 trofei vinti con l'Inter.
Nonostante le lacrime a San Siro, nel giorno dell'addio. Lacrime di coccodrillo. Julio Cesar ama Milano e tornerebbe volentieri per stare in una città in cui si è trovato bene. La Serie A gli piace e sarebbe un passo avanti rispetto al Qpr, che lotta per la salvezza in Premier. Per questo non direbbe no al Milan. Va bene la professionalità, è un lavoro e può andare dove vuole. Ma allora perché piangere giurando amore all'Inter? C'è qualcosa che non va. Non tutti sono Ibrahimovic, non tutti sono Zanetti. Zlatan non giura amore, bacia la maglia solo se glielo chiedono (come al Barcellona). Pensa ai soldi, al successo, a stare bene con la famiglia, a giocare ad alti livelli. Ma non lo nasconde. Purtroppo, è la verità. E gli interisti lo scoprono delusione dopo delusione. Lucio alla Juve insegna. Le emozioni si cancellano, la maglia si butta a terra fisicamente e non solo. I colori della stessa ormai sbiadiscono come neve al sole. Ma Julio può ancora dire no, al Milan no.
Le bandiere si contano sulle dita di una mano. Maldini, Del Piero, Totti. E poi c'è lui, Javier Zanetti. Professionalità, amore, impegno. Ogni giorno, per 20 anni, per mille partite. Con i colori nerazzurri nel cuore. Difficile trovarne altri come lui. Un giocatore che possa arrivare da giovane e fare la storia con la maglia dell'Inter. Chi può essere? Juan o Ranocchia? Kovacic o Guarin? Forse Mauro Icardi, uno che l'Inter l'ha voluta senza avere dubbi. Interista vero, la maglia nerazzurra l'ha sognata e ora l'ha conquistata. Uno dei migliori giovani attaccanti del mondo, un classe '93 che segna già tanto in Serie A. Chi lo critica ora, criticava anche Kovacic pochi mesi fa. Invece sui giovani, quelli dal talento vero, bisogna puntare e vanno 'coccolati'. Per poi trovarsi, magari tra 10 anni, un altro Zanetti...