.

Piovono regali. Ma il gap è colmato

di Fabio Costantino

Che sarebbe stata dura era chiaro anche prima del fischio d'inizio. Le assenze di Hakimi e Lukaku non potevano che influire negativamente sull'economia di gioco e sulla pericolosità offensiva dell'Inter. Inoltre, era chiaro che questa Juventus non sarebbe stata la stessa vista in campionato, quando fu imbavagliata tatticamente da Conte. Eppure la partita si era messa subito bene per l'Inter, bravissima sul binario Sanchez-Barella-Martinez a trovare il gol del vantaggio. Mettendosi così nelle condizioni di poter aspettare, pazientemente e senza ansia, l'avanzata bianconera nella propria metà campo. Poi, dal nulla, piove il primo regalo alla Juventus. Su un pallone da sinistra decisamente innocuo, Young trattiene ingenuamente Cuadrado che mai ci sarebbe potuto arrivare e, come suo solito, il colombiano appena sente il minimo contatto si lascia cadere. Quanto basta per convincere Irrati a convocare al Var l'arbitro Calvarese, che pur rimanendo diversi secondi di fronte allo schermo (magari il dubbio che il colombiano avesse accentuato?) alla fine concede il penalty. Si può disquisire sull'entità della trattenuta, magari un altro arbitro non l'avrebbe considerata rilevante. E si può come al solito porre l'accento sullo 'scarso equilibrio' di Cuadrado, maestro nel guadagnare dal nulla fischi a proprio vantaggio. Ma Young non può pensare, in epoca di Var e con un avversario che altro non aspetta, di passarla liscia usando il cosiddetto mestiere. Da un giocatore della sua esperienza certi blackout non sono ammissibili.

Il secondo regalo ha doppia paternità: Handanovic e Bastoni. Purtroppo può capitare, ma lascia parecchio amaro in bocca il tappeto rosso steso a Ronaldo per una clamorosa incomprensione tra un portiere che non esce mai (perché stavolta?) e un difensore che solitamente non perde la bussola sotto pressione. Invece eccolo lì il patatrac, doloroso perché dà una grossa spinta alla Juventus verso la finale di Coppa Italia. Un vero peccato perché sono due reti che nascono dal nulla cosmico, mentre l'Inter controllava senza troppi affanni la spinta bianconera dopo aver sbloccato a proprio favore il risultato.

Tra gli spunti più fastidiosi, spicca l'atteggiamento della panchina juventina. Con Bonucci capo popolo, proteste continue per 96 minuti, addirittura alzandosi, per far sentire la loro presenza al direttore di gara. Alla vecchia maniera, quando a furia di proteste si indirizzavano i fischi. Non dovrebbe essere permesso, c'è un quarto uomo che ha il dovere di mantenere l'ordine sulle panchine e questo non è successo, persino da casa si sentiva chiaramente la levata di scudi a ogni episodio dubbio. Non è certo stata la chiave della partita, e non è nemmeno un banale tentativo di arrampicarsi sugli specchi: si tratta solo di rispetto e di sportività che così vengono meno, anche in base alle regole scritte.

Al di là di questi episodi, però, un'analisi completa non può prescidere dalla valutazione della prestazione di squadra dell'Inter. Probabilmente  l'episodio del rigore è stata una sberla dal punto di vista psicologico, perché fino a quel momento i nerazzurri erano in controllo del match e dei suoi umori. La seconda rete, per il modo in cui si è sviluppata, di certo non è stato un toccasana per gli uomini di Conte. Non a caso è stato necessario il té negli spogliatoi per raccogliere nuovamente le idee e riprendersi dallo scoramento per la doppietta del portoghese. Ripresa decisamente migliore per i nerazzurri, sicuramente rispetto all'interpretazione degli avversari costretti a stringere i denti e a salvare almeno tre palloni a pochi passi dal pareggio. Come al solito è mancata la lucidità sotto porta (quante chance regalate dalla difesa avversaria...), ma la squadra ha disputato l'intero secondo tempo nella metà campo avversaria e avrebbe meritato il pari.

Peccato, è tempo di leccarsi le ferite e concentrarsi sulla difficile trasferta di Firenze, venerdì sera (perché non sabato?). Il risultato è quasi una sentenza, si cercherà di ribaltarlo tra 6 giorni a Torino. Ma le indicazioni positive non sono mancate, a conferma che il divario con la Juventus è stato finalmente colmato e il risultato maturato sul campo è frutto solo ed esclusivamente di singoli episodi. In una serata deludente, dopo attenta e distaccata analisi (consigliata a tutti), non è impossibile regalarsi un mezzo sorriso.

VIDEO - INTER-JUVENTUS, LA CURVA INCITA LA SQUADRA FUORI DAL MEAZZA


Altre notizie