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Al termine del derby l’unico rumore che ha sentito è stato quello dei mugolii dei tifosi rossoneri, associato alle ovazioni e gli applausi di quelli nerazzurri. Musica, più che rumore, per le orecchie di Josè Mourinho, che contro il Milan si è preso una di quelle rivincite che giustificano un sorriso a 32 denti per le prossime due settimane. Ma conoscendolo, lo Special One starà già pensando alla partita contro il Parma di campionato. Da interista la serata di ieri l’ho vissuta con grande entusiasmo, e non nascondo qualche timore prima che il risultato pendesse corpo, con una rapidità impressionante. Che però il pareggio non ci sarebbe bastato l’ho capito una volta viste le formazioni ufficiali: Sneijder in campo dal primo minuto è una giocata di gran classe da parte del lusitano, altro che prudenza.
Ha fregato tutti, tifosi, appassionati, giornalisti e chiunque avesse mostrato interesse nella strategia che avrebbe adottato nel derby. Fino al giorno prima Sneijder non era nemmeno convocabile, poi forse avrebbe potuto trovare posto in panchina. Ma esordire nel campionato italiano portando il numero 10 sulle spalle durante Milan-Inter, è qualcosa che non capita ai comuni mortali. Poi, l’ex Real Madrid ha dimostrato sul campo che non è necessario provare per mesi e mesi schemi e movimenti per entrare naturalmente nel gioco mourinhano. Basta conoscere il gioco del pallone e seguire l’istinto. L’olandese lo ha fatto egregiamente e merita tutti i consensi del caso. Poi, circondato da gente come Milito, Eto’o, Thiago Motta, Stankovic, Zanetti eccetera eccetera, tutto risulta più semplice. Mourinho sapeva prima di incontrarlo che Sneijder sarebbe stato pronto per giocare e ha sparso il fumo negli occhi di tutti. Un’opera di depistaggio da stratega militare, altro che allenatore di calcio. Ha corso un rischio non da poco, il derby non è match da esperimenti, ma alla fine ha trionfato con tanto di punto esclamativo.
Dopo il pareggio contro il Bari l’ho criticato per scelte poco coerenti con l’andamento dell’incontro, stavolta lo Special One si merita tutti i miei complimenti per il modo in cui ha saputo trasmettere la sua carica e la sua tranquillità a tutti i giocatori, anche sul 3-0. Perché non è semplice rimanere concentrati quando si conduce così nettamente. Bravo Mou, dunque, e grazie per la magnifica serata di fine agosto che ci hai regalato. Siamo solo alla seconda giornata, ma oggi più che mai sentiamo che questa Inter può fare meglio di quella trascinata negli ultimi anni da Ibrahimovic. Un 4-0 al Milan, che per tutta la settimana, tra Leonardo e giocatori, aveva avanzato convinti proclami bellicosi e intimidatori, non capita tutti i giorni. Dispiace anche per il caro Cobolli Gigli, che al termine del primo tempo, probabilmente, ha cambiato canale optando per una trasmissione televisiva meno inquietante. Essersi sbilanciato in favore del Milan in occasione del derby non è stata una gran mossa. Meglio dunque che stia attento: tra qualche mese tocca anche alla Juventus…