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Prima lo scudetto, poi una punta

di Domenico Fabbricini

In genere si dice che, quando qualcosa deve andare in un certo modo, tutte gli episodi convogliano in un’unica direzione affinché vada davvero in quella maniera. E che questo scudetto sia ormai quasi certamente dell’Inter si è avuta sensazione sabato scorso, quando i nerazzurri si sono fatti rimontare e fermare sul 2-2 dal Palermo e, ormai certi di un riavvicinamento della Juventus, si sono visti recapitare, via Genova, un regalo inatteso ritrovandosi addirittura a +10 sui bianconeri. Già, la Juve, il destino ha posto lo scontro diretto tra nerazzurri e bianconeri proprio nel momento del massimo distacco tra prima e seconda in campionato, e una vittoria dell’Inter potrebbe davver porre la parola fine a questa stagione. Non che l’eventuale +7 spaventi più di tanto gli uomini di Mourinho, ma ritrovarsi a +13 permetterebbe di gestire con una calma olimpica questo finale di stagione, cominciando anzitempo la programmazione per la prossima annata.

E c’è da giurarci che in via Durini stanno già pianificando le prossime mosse per costruire, nel campionato 2009/10, una squadra che sia finalmente in grado di dominare anche in Champions League. La priorità numero uno in questo momento è diventata, per forza di cose, la ricerca di una nuova punta da affiancare ad Ibrahimovic, visto il caso Adriano che porterà il brasiliano a rescindere il contratto o al massimo a giocare in un’altra squadra, magari vicina alla sua terra natia. Ascoltando il mood dei nostri tifosi in questo periodo, emerge come molti siano convinti che la scelta di Adriano sia la più giusta per ritrovare la serenità, ma la società dovrebbe sfruttare la situazione per guadagnarci almeno un valido sostituto, magari scambiando l’Imperatore con un giovane talento brasiliano da far crescere e valorizzare, evitando quindi di perderci anche il valore del cartellino con un’eventuale rescissione. La cosa mi trova d’accordo, e non credo molto a chi affianca il brasiliano al Milan: facile immaginare un altro carioca nella rosa di Ancelotti, ma se Adriano è andato via dall’Italia e da Milano non è certo per accasarsi alla sponda opposta. Più probabile che resti in Brasile o smetta per sempre, ma certamente quando avrà ritrovato la pace interiore gli tornerà anche la gioia di giocare.

Di punte brave sulla piazza ce ne sono tante, da Milito a Drogba, da Villa ad Aguero, qualunque di queste farebbe al caso dei nerazzurri (a parte una mia personale predilizione per David Villa) e non è un mistero che la società ha già sondato il mercato per tutti questi; a parte Adriano, con tutto il rispeto per il giocatore, io penso che la società si sarebbe mossa comunque, e si sia mossa prima della sua “fuga”, per assicurarsi una nuova prima punta per la prossima stagione. Sono infatti convinto di una cosa: per vincere la Champions ci vogliono giocatori da Champions, che non vuol dire necessariamente più bravi ma semplicemente avvezzi alla competizione europea, e parlo di tutti i reparti, dalla difesa all’attacco. Aver già giocato, magari vinto, la Champions ti dà in campo una sicurezza e un’autorità che non hai quando scendi in campo nervoso di poter perdere un altro treno; questa sicurezza l’Inter l’ha ormai raggiunta in campionato dove ormai la sua forza è ampiamente riconosciuta, il passo da compiere ora è ampliare questo predominio anche all’Europa.
 


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