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Proviamo a fare il giochino di Allegri

di Stefano Bertocchi

Massimiliano Allegri non cambia la sua strategia comunicativa: lo scudetto è un argomento che riguarda solo l'Inter, la Juventus non è favorita e ha come obiettivo la qualificazione alla prossima Champions League. Il tecnico bianconero l'ha ribadito, per l'ennesima - fastidiosa - volta, anche nell'ultima conferenza stampa, tenuta alla Continassa alla vigilia della trasferta di Genova contro il Genoa: "L'Inter sappiamo che è la favorita del campionato, è stata costruita per vincere - ha esordito -. L'hanno detto anche loro, l'ha detto anche Zhang nella cena di Natale che il loro obiettivo è la seconda stella, quindi quello di vincere il campionato quest'anno". Come lo è (sempre) per la Juventus, per il Napoli campione d'Italia in carica e per il nuovo Milan post-Tonali. Senza il bisogno di continuare con il noioso teatrino da presa in giro inscenato con puntualità svizzera dall'allenatore toscano. 

È chiaro ed evidente a tutti, anche allo juventino più sfegatato, che la Juventus punti al tricolore in quella che, almeno al momento, sembra essere un'autentica lotta a due con gli storici rivali, solo due punti avanti prima dell'inizio del weekend nonostante un calcio totalmente diverso e diametralmente opposto alla logica del 'corto muso'. E se prima dello scontro diretto dello Stadium le parole del dirigente Cristiano Giuntoli ("Siamo onesti, abbiamo l'obiettivo di rientrare in Champions") trovavano poi la scontata sponda del solito Allegri ("L'obiettivo è entrare tra le prime quattro"), diverso era invece il punto di vista di Adrien Rabiot, uno dei leader della Signora che, senza farse di nessun tipo, aveva ammesso candidamente a DAZN che "l'obiettivo, quello che ci diciamo nello spogliatoio, è vincere lo scudetto. Siamo campioni, siamo forti e possiamo vincere. Ce la possiamo fare". Quindi quello che i bianconeri, legittimamente, si dicono tra le quattro mura dello spogliatoio è che si punta a vincere lo scudetto. Proprio nello stesso spogliatoio in cui, almeno ogni tanto, si presume e si immagina faccia tappa quell'Allegri che continua invece a negare l'evidenza pur di caricare di pressione l'avversario diretto, aka l'Inter. E allora proviamo a fare lo stesso giochino di Max... 

L'Inter gioca in Champions League (da capire ora quale sarà il grosso ostacolo da saltare agli ottavi) e quindi scende in campo ogni tre giorni, con un maggior numero di partite da preparare (e in minor tempo...), un rischio di infortuni più elevato, il problema della stanchezza da limitare, le rotazioni obbligatorie per gestire la rosa e altri problemi logistici come le trasferte e i viaggi di cui tener conto (abbastanza recente la settimana che ha visto i nerazzurri viaggiare a Torino, Lisbona e Napoli nel giro di sette giorni). Non è così per la Juventus, che l'Europa la vede solo dal divano o su una cartolina: lo stratega Allegri ha quindi una settimana piena per preparare una - e una sola - gara, eccezion fatta per la Coppa Italia. Questo è un vantaggio, da unire anche al fatto che l'Inter quest'estate ha salutato gran parte della squadra finalista nella scorsa Champions (da Onana a Lukaku, passando per Brozovic, Dzeko, Skriniar e via dicendo), mentre la 'nuova' Juve ha cambiato meno. Con il lato economico strettamente correlato. 

Ad avere il monte ingaggi più alto della Serie A è proprio la Juventus "non favorita" (monte ingaggi lordo da 120.6 milioni di euro secondo i dati di Transfermarkt), mentre "la favorita Inter" insegue i bianconeri a quota 115.17. E chi parla costantemente di favoriti e non favoriti, invece, quanto incide economicamente? Tanto, più di tutti in Italia: Allegri è l'allenatore più pagato della Serie A (insieme a Mourinho) con 7 milioni di euro di stipendio netti all'anno, mentre il collega Inzaghi - ovviamente obbligato a vincere perché lo dice il saccente livornese - ne mette in tasca 5,5 a stagione dopo il secondo rinnovo nel giro di pochi mesi. Come la mettiamo, Max? Chi è il favorito? Il giochino non regge più.


Allegri: "L'Inter indiscutibilmente la più forte"
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