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Quando i musicisti diventano orchestrali

di Domenico Fabbricini

Chi reclamava la mancanza di qualità in un’Inter vincente ma senza gioco forse dopo la partita contro il Napoli avrà finalmente cambiato (o quantomeno cominciato a cambiare) la propria idea. La mancanza di spettacolo, di azioni manovrate, di partite vinte non soltanto grazie all’invenzione di un singolo è stato infatti fino a ieri oggetto di accusa e di discussione sia da parte dei tifosi quanto degli osservatori di questa squadra messa su, lo ripeto ancora una volta, a mio avviso molto saggiamente questa estate con attenzione e intelligenza in tutti i reparti. Con il Barcellona la squadra si è soltanto difesa, si è detto; con il Cagliari ha vinto, ma ha subito, e così via. Le analisi di Mourinho prima e di Branca poi, che predicavano pazienza vista la necessità di amalgamare un gruppo costituitosi solo circa un mese fa (Eto’o e Sneijder sono stati gli ultimi ad arrivare in ordine di tempo) non erano parole a vanvera buttate lì per trovare una giustificazione ma la reale risposta a chi ancora non era soddisfatto.

E contro il Napoli si è visto: non appena i grandi campioni che compongono questa Inter hanno cominciato a conoscersi, a imparare gli uni i movimenti degli altri, a trovare un certo feeling e a collaudare un certo sistema di gioco, quella che era una squadra forte e vincente ha dimostrato tutte le proprie potenzialità a poter diventare una macchina perfetta. Prendete tanti buoni musicisti che non si conoscono e sapranno senz’altro eseguire una sinfonia; prendete un’orchestra collaudata con un direttore esperto e il risultato sarà di molto superiore. Contro il Napoli si è vista una squadra spumeggiante, che nel primo tempo ha fatto quel che voleva dell’avversario, che sulle ali dell’entusiasmo si è lasciata andare a tocchi di prima precisi e azioni individuali non fini a sé stesse ma mirate comunque alla costruzione di una manovra collettiva. Si è vista una squadra. Certo, la difesa disattenta del Napoli non aiuta un’analisi oggettiva della partita, ma la dimostrazione che questa squadra può divertire e convincere oltre a vincere si è avuta tutta, altroché.

Ecco che alla luce di ciò, alla luce di un’amalgama che finalmente comincia a trovarsi, vanno rivalutate le partite contro il Barcellona e le prime di campionato: forse effettivamente non si poteva chiedere di più a una squadra modificata nei punti nevralgici e soprattutto che ha un attacco totalmente nuovo. Attendiamo la prova del nove, attendiamo i prossimi impegni in campionato e soprattutto quelli di Champions, per capire se il cammino verso la maturazione tattica oltre la ricerca pragmatica del risultato è davvero cominciata. E allora ci sarà da divertirsi.
 


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Lunedì 16 dicembre