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Quando il gioco si fa duro...

di Marco Barzaghi

Quando il gioco si fa duro i duri, di solito, cominciano a giocare. Rispolverare “Animal House” e il mitico John Belushi non può che far bene all’Inter che è attesa dal periodo fondamentale della sua stagione. Quello che succederà nel prossimo mese influenzerà infatti quella che sarà l’annata dell’Inter, il nuovo progetto basato su Stramaccioni e anche la carriera dell’ allenatore romano. Il frullatore è lì pronto a centrifugare, a fare a pezzi con le sue lame gli Strama’s come si è già visto dopo la meritata sconfitta con la Roma e, in parte, anche a Torino, nonostante un 2 a 0 che non è piaciuto agli esteti narcisisti del calcio.

Adesso altri passi falsi possono distruggere un progetto condiviso da tutti, delle serate magiche potrebbero al contrario lanciare in orbita l’Inter a colpi di entusiasmo. Forse anche per questo Andrea Stramaccioni, che molti credono un giovane inesperto, ha alzato i toni, ha cominciato a giocare duro anche lui, cercando di compattare l’ambiente, di unire tutti i suoi soldati in vista del mese fondamentale che si profila all’orizzonte. Non c’è quindi solo lo “sciacquatevi la bocca” mourinhiano, destinato a diventare un cult delle esplosioni post-partita, dietro alle polemiche dell’Olimpico, più o meno sterili, sul provincialismo interista, su quell’aggettivazione sbagliata che domenica sera aveva fatto infuriare Moratti più di tutti.

Sono convinto che Stramaccioni abbia anche voluto cominciare a preparare le sue truppe, a compattarle nel momento più importante, per evitare che altri scricchiolii simili alla stizza di Sneijder, possano ripetersi e rovinare il lavoro svolto fino a questo momento, incrinando il nuovo progetto e creando ulteriori problemi a un’Inter che sta già cercando la difficile strada della rinascita. Strama, nonostante i suoi 36 anni, ha già imparato come si fa, non corre solo in ritiro come faceva Mourinho insieme ai suoi giocatori e non si limita a gesticolare ed esultare a bordo campo “alla” Special One. Non è solo un bravo allenatore, con la faccia pulita da bravo ragazzo che piace alle mamme, non è solo simpatico con la battuta pronta, ma, proprio come Mou, è pronto a mettersi l’armatura per andare in battaglia con i suoi uomini, come ha voluto dimostrare a tutti, e alla sua sua squadra in primis, a Torino.

Strama sente l’adrenalina, si esalta nei momenti difficili, e anche lui sta iniziando ad adorare il rumore dei nemici,  perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. 


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