Questione di feeling
Si sono voluti bene, inseguiti, chiamati, ma fino ad oggi questo lungo corteggiamento non si è mai concluso col sì definitivo. Appunto, fino ad oggi: perché dopo anni di dichiarazioni di stima, simpatia, affetto e quant’altro, passando da Mancini a Mourinho fino anche al post-derby raccontato da Andrea Stramaccioni, finalmente Antonio Cassano e l’Inter si trovano. Come in una lunga telenovela sudamericana, dopo tanti anni si sancisce questa unione più volte paventata ma mai concretamente realizzatasi, e arrivata forse quando meno era possibile attenderselo, ovvero dopo che il Pibe de Bari ha vissuto una stagione e mezza sull’altra sponda del Naviglio. Lui che si è sempre proclamato tifoso nerazzurro...
Cassano, quindi, all’Inter, mentre quello che era il suo gemello del gol ai tempi della Sampdoria, vale a dire Giampaolo Pazzini, compie il percorso opposto mettendo fine alla sua avventura in nerazzurro iniziata sotto i migliori auspici e terminata in maniera che più tribolata non si può. Sì, decisamente uno scambio tra ‘scontenti’, prima ancora che uno scambio di talenti: perché se è vero che Pazzini, già da maggio con le valigie sulla porta, ha espresso in maniera palese il suo accantonamento davanti ai tifosi in quel di Pinzolo, non bisogna dimenticare che anche Fantantonio ebbe modo di esternare il suo malcontento per le cessioni eccellenti operate dal Milan, che in un colpo ha spedito alla corte di Carletto Ancelotti i vari Ibrahimovic e Thiago Silva, prima dell’Europeo. Forse meno enfasi, di sicuro identico peso specifico nell’ambiente.
Antonio Cassano arriva all’Inter a 30 anni, dopo una carriera fatta sì di giocate eccezionali ma anche di diversi alti e bassi, certamente con un numero di soddisfazioni non proporzionali al talento espresso sul campo. Cassano arriva anche dopo quella brutta disavventura patita la scorsa stagione, con l’intervento al cuore e il conseguente lungo stop. Il suo arrivo è accompagnato dalle immancabili riserve: è l’ennesima mezza punta che ingolfa il reparto, ormai non renderà più al meglio, potrebbe infastidire Sneijder e togliere spazio a Coutinho, diventa difficile adattarlo al ruolo di Stramaccioni. Ma se si pensa che Stramaccioni è stato subito d’accordo sul suo arrivo, via un dubbio; in compagnia di Sneijder, che coi giocatori estrosi si diverte e può creare un’alchimia vincente, un’altra incertezza viene spazzata via. E soprattutto, Cassano può essere l’elemento che, non necessariamente partendo titolare, se al 100% ha tutti i numeri per poter spezzare una partita con un lampo dei suoi, insomma l’uomo ‘grimaldello’ che risolverebbe le partite più spinose, una caratteristica che non guasta mai.
Molti sono andati a risentire le sue parole il giorno della sua presentazione come nuovo giocatore del Milan. Due i passaggi più gettonati: “Dopo il Milan c’è il cielo” e “Se fallisco qui, sono da rinchiudere in un manicomio”. A distanza di un anno e sette mesi, adesso i tifosi nerazzurri devono sperare che per cielo intendesse quello unito ai colori della notte e che il manicomio possa diventare San Siro nerazzurra per uno dei suoi tocchi di classe. Insomma, che possa fare davvero “bene bene”.