Rigorosamente arbitrali
Hai voglia a parlare di tattica, tecnica, psicologia, calciomercato, condizione fisica, staffette, pubblico e stadi. Hai voglia a lavorare duramente per una settimana, in modo da centrare per la prima volta il terzo successo consecutivo, cosa mai avvenuta in questa stagione. Tutto vano, quando di mezzo ci si mette la direzione colma di errori di un arbitro. Qualcuno parla di casta, qualcun altro di sudditanza psicologica al contrario. Quello che conta è che, per l'ennesima volta in campionato (e non solo in questo), il club di Milano a tinte nerazzurre è stato penalizzato. E non parliamo di offside di pochi centimetri o di sviste ragionevoli (perché ha ragione chi asserisce che l'arbitro è un uomo e che può sbagliare). No, qui si discute di scelte tecniche errate nell'interpretazione stessa. Punto.
Prendiamo ad esempio i due errori clamorosi di Rizzoli in Juventus-Torino: tra il non ammonire Vidal (già sanzionato) per fallo di mano e il non concedere rigore per sgambetto di Pirlo, è ben più grave il primo errore. Il motivo? Semplice: concedendo la buona fede, nel primo caso Rizzoli vede e decide di interpretare del tutto soggettivamente il regolamento; nel secondo, proprio non vede. Sbaglia comunque, ovvio, ma in un caso ''manipola'' il regolamento, nell'altro commette un errore, appunto, umano e di conseguenza comprensibile.
In Inter-Cagliari, come in tantissime altre situazione da oltre un anno (per la precisione, un anno e quattro mesi), il direttore di gara decide male su un contatto in area degli avversari dei nerazzurri. Mai rigore, mai. Icardi stacca e sta per depositare a porta vuota quando Astori lo spinge da dietro in sandwich con Rossettini: penalty solare, imbarazzante vedere il contrario. E dire che lo stesso Russo, al 40' del primo tempo, aveva accordato un rigore altrettanto imbarazzante ai sardi. La sorpresa di Juan Jesus è tale che il pallone, dopo la carambola sul braccio, termina sui piedi di Ibarbo che ha una ghiotta chance e non concretizza. Solo dopo che l'attaccante sbaglia mira a pochi passi da Handanovic, l'arbitro fischia e dà rigore. Tutte le moviole hanno confermato l'involontarietà del gesto del brasiliano e Russo, tanto in imbarazzo quanto scellerato, non ammonisce l'interista: sarebbe stato il secondo cartellino. Una mancata decisione che spiega meglio di ogni parola.
Tolti quelli in Tim Cup col Trapani e i due a campionato ormai finito con Napoli e Lazio nelle ultimissime giornate dell'anno scorso, l'ultimo penalty in gare ''vere'' concesso all'Inter resta desolatamente quello dello J Stadium del 3 novembre 2012, in Juve-Inter 1-3. Lo assegnò Tagliavento, ma solo dopo segnalazione di Orsato. Che a questo punto diventa un eroe, in una schiera di arbitri ''rigorosamente arbitrali''. In ogni senso.