Ripartiamo da #Dimarcus
Non se la prenda l'ex presidente Steven Zhang se nella fattispecie prendiamo spunto dal suo hashtag creativo, che sintetizza appieno il momento clou di Young Boys-Inter. Minuto 93, Lautaro di tacco chiude il triangolo con Dimarco che la mette in mezzo talmente bene che, francamente, a Thuram basta solo toccare il pallone per metterlo in porta. Così, dal nulla, all'improvviso, quando i fantasmi di un grigio 0-0 contro un avversario modesto, assai pesante nella classifica di Champions League, stavano già infestando l'ambiente nerazzurro. Una manna dal cielo questo gol last minute, dopo tre partite l'Inter è al settimo posto in classifica, alle spalle solo di due squadre che finora le hanno vinte tutte e a pari punti con altre quattro. Buona posizione considerando i prossimi impegni in agenda, ben più complessi rispetto a quello del Wankdorf Stadion.
A proposito. Si poteva immaginare che il terreno sintetico avrebbe creato difficoltà a chi non vi è abituato, ma in tutta onestà l'Inter ha fatto più fatica del previsto soprattutto nel primo tempo, in cui si è pasticciato troppo negli ultimi 20 metri e si è patita oltre misura la manovra offensiva degli svizzeri, poco puntuali sotto porta nonostante la storica nomea. A Berna si è rivista la squadra sperimentale che Simone Inzaghi impiega per gestire le risorse energetiche, ancora di più considerando un Bisseck proposto braccetto sinistro e un regista adattato come Barella. Non è però una coincidenza se la partita sia stata indirizzata dopo le sostituzioni: a confezionare la rete decisiva, ma anche molte altre iniziative insidiose, sono stati i tre nuovi entrati che hanno inciso maggiormente sulla gara. Nessuna bocciatura, ci mancherebbe, anche per chi ha giocato sotto tono o chi stanotte non dirmirà (mano tesa per Arnautovic, anche i migliori sbagliano dal dischetto), però è eloquente il fatto che forzando troppo il turn over anche partite sulla carta agevoli possono complicarsi. Alla memoria riaffiora la vittoria della scorsa stagione a Salisburgo: 0-1 nel finale, decisivo l'inserimento di Lautaro (traversa e rigore decisivo). Successo importante ma anche sofferto.
E adesso il pensiero va alla Juventus, contro cui alla lista degli assenti Calhanoglu e Acerbi si aggiunge Carlos Augusto, un altro che farà fatica a prendere sonno. Il problema muscolare lo terrà fuori, si teme, per molte partite, costringendo Dimarco agli straordinari. E magari sarà un assist per il ritorno di Buchanan o l'esordio di Palacios, chissà. Testa subito a domenica, dunque, visto che gli 'altri' sono già focalizzati dal giorno prima e con la rabbia di una sconfitta europea pesante. Ma l'Inter c'è e si vede, una squadra in difficoltà le partite come quella di Berna non le vince: significa che alla perseveranza e alla convinzione si aggiunge anche quel pizzico di buona sorte che rende tutto più gustoso.
Infine, menzione speciale per i giovani nerazzurri, che in Youth League hanno confermato di avere una marcia in più rispetto al campionato. La vittoria per 3-2 contro i pari età dello Young Boys i Very Young Boys, mi si perdoni la battutaccia), oltre a fissare il tre su tre nella competizione europea, sottolinea come tra buoni spunti atletici e guizzi di tecnica il carattere e la personalità non faccia certo difetto al gruppo guidato da Andrea Zanchetta. Al di là della rete decisiva arrivata nel finale, la squadra ha saputo combattere per quasi tutta la ripresa con l'uomo in meno ed è stata premiata per abnegazione, impegno e spirito di sacrificio. Che vanno riversati sul rettangolo di gioco anche in campionato.