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Riscatti, questione da affrontare: un forse, un no e una delusione inattesa

di Filippo Tramontana

Più che il calcio sembra la MotoGp. Il mercato apre quando è chiuso e quando il campionato è ancora lontano dal dare i suoi responsi definitivi. Ma per le trattative dell’Inter è normale che ciò succeda. L’estate scorsa Ausilio ha condotto un mercato molto importante ma altrettanto delicato. Tanti giocatori sono arrivati in prestito con diritto od obbligo di riscatto. Ora, a due mesi dalla fine della stagione per i nerazzurri, è tempo di fare qualche conto e di capire chi merita di rimanere ad Appiano o chi invece è preferibile che cambi aria.

C’è da dire che i giocatori interisti sono sotto la lente d’ingrandimento di molti club europei. Handanovic, Murillo, Miranda, Brozovic, Medel, Perisic e Icardi sono merce pregiata che testimonia il grande lavoro sul mercato della società e l’ottimo rendimento di questi giocatori. Altri invece dovevano convincere e forse non lo hanno fatto fino in fondo. E’ ovvio che se le casse nerazzurre fossero generose e non si dovesse dare un occhio deciso al bilancio Telles e Ljajic verrebbero confermati a occhi chiusi, ma i quasi 20 milioni complessivi per riscattare i due da Galatasaray e Roma obbligano Ausilio a ragionarci molto profondamente.

Telles ha un riscatto di poco più di 8 milioni, non sono certo pochi soprattutto con l’eventuale mancato raggiungimento del terzo posto. Il ragazzo ha dimostrato di avere grandi qualità tecniche e atletiche ma deve ancora migliorare molto dal punto di vista tattico e della continuità. Considerando che in rosa ci sono molti terzini potrebbe essere riscattato solo con un abbassamento delle pretese economiche da parte dei turchi e con la contemporanea cessione di uno dei suoi compagni di reparto. Santon, per esempio, ha molto mercato in Inghilterra e una sua cessione potrebbe aprire al brasiliano le porte di una possibile permanenza alla corte di Mancini. Personalmente penso che Telles sia un giocatore molto interessante con ampi margini di miglioramento e a determinate condizioni non me lo lascerei sfuggire

Diverso il discorso per Ljajic. Adem va a intermittenza e si lascia troppo trasportare dai suoi impulsi. E’ un giocatore dal talento impressionante ma poco funzionale alla costruzione di un gioco e uno spirito di squadra. Mancini e Ausilio dal punto di vista tecnico lo stimano molto ma penso sappiano che in fase di costruzione di un gruppo forse Ljajic non sia l’uomo giusto su cui puntare. Undici milioni sono tantissimi e i nerazzurri ne avranno bisogno per puntellare qualche altro reparto più scoperto di un attacco già ben attrezzato.

A proposito di attacco: c’è il mistero Jovetic. Il montenegrino è arrivato come il fiore all’occhiello della nostra campagna acquisti. Per lui era l’occasione del riscatto, per dimostrare al City che si erano sbagliati di grosso scaricandolo così brutalmente. Ma Jojo ha solo mostrato piccoli lampi di classe e poca, pochissima continuità. Ausilio però qui è chiamato a uscire da una situazione difficilissima. In questo caso l’Inter non può decidere, su Jovetic c’è l’obbligo di riscatto e 15 milioni sono davvero tanti. Che Jovetic e l’Inter si debbano separare ormai sembra acclarato, ma come? Bisogna trovare una squadra che rilevi il debito dell’Inter con il City e non sarà affatto facile. Sono rimasto molto deluso dal rendimento di Jovetic. Pensavo fosse l’acquisto decisivo per il salto di qualità. Purtroppo mi sono sbagliato.


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Domenica 15 dicembre