Romelu, vinci il Mondiale con l'Inter
La riconoscenza nel mondo del calcio non esiste. Non voglio fare la verginella, perché di sicuro non lo sono, sinceramente però ho letto tante cattiverie su internet dopo la precoce eliminazione del Belgio di Lukaku dal Mondiale in Qatar. Invettive personali mirate a offendere forse più la persona che il calciatore. Espressioni che traggono profitto dalla frustrazione di chi non aspettava altro. Sono dispiaciuto perché negli anni ho seguito spesso i Diavoli Rossi in giro per l’Europa e devo dire che sono stati praticamente irriconoscibili in Qatar. Tutti, non solo Romelu.
È vero che Big Rom ha sulla coscienza più di un errore contro la Croazia, ma è altrettanto vero che se la nazionale di Martinez avesse prima battuto il Marocco, non ci sarebbero stati problemi di nessun tipo. Se tu basi il tuo gioco sulla tua stella, cosa ovvia e scontata, ma poi nel momento decisivo questa si infortuna, il lavoro di anni rischia di andare completamente a farsi benedire. E così è stato. Lo aveva ammesso lo stesso ct prima dell’inizio della rassegna globale. Il Belgio con Lukaku gioca in un modo, senza, in un altro. Con Romelu la squadra è più forte (perché uno può sbagliare, ma se si procura così tante occasioni, qualcosa vorrà pure dire), senza lo è meno.
Un po’ come è successo all’Inter di Simone Inzaghi, che non ha praticamente mai potuto sfruttare le qualità del suo numero 9 (anzi, 90). Adesso l’ex Manchester United e Chelsea dovrà recuperare fisicamente (perché sicuramente non è né in forma, né al 100%), ma anche mentalmente. Quanto successo al Mondiale è una botta dura da digerire. Uno aspetta quattro anni certi momenti. E non poter provare a tutti la propria forza non per colpa propria è un guaio, una punizione difficile da accettare. C’è solo un modo per zittire tutti, ancora una volta: tornare devastanti. E vincere con l’Inter il Mondiale, pardon, lo Scudetto. La sfida è difficilissima, ma mai dire mai.