Salernitana e Torino da affrontare come il Liverpool
di Simone Togna
Ora, io voglio essere onesto. Sinceramente non pensavo che il Biscione avrebbe potuto recuperare in così poco tempo il distacco da Milan e Napoli, né tantomeno che avrebbero superato prima della fine dell’anno le rivali. Ma mai avevo dubitato sulle possibilità dell’Inter di continuare a competere per il titolo. Anche quando i nerazzurri erano a meno 7 e rischiavano di finire a meno 10. La motivazione è semplicissima: i ragazzi di Inzaghi non sono mai stati messi sotto da nessuno in questa stagione. Forse in Champions League, nel ritorno di Madrid e con la squadra in 10, si era capito che l’ultima mezz’ora non sarebbe servita al Biscione per recuperare, ma al massimo ai Blancos per andare nuovamente in rete. Però prima il match era stato equilibratissimo. In ambito nazionale invece, anche quando i risultati non arrivavano, e all’andata proprio contro la squadra di Ancelotti, i nerazzurri hanno sempre dimostrato le proprie capacità. Se oggi analizziamo i pareggi contro Milan e Juventus sono quattro punti persi, di certo non due guadagnati. Mentre per quello contro l’Atalanta ai tifosi resta l’amaro in bocca per l’errore dal dischetto di Dimarco, ma non si deve però nemmeno dimenticare il gol (giustamente annullato dal Var) della Dea al termine della gara.
Adesso c’è da confermarsi. Guai a cullarsi sugli allori. È ovvio che l’Inter parta super favorita contro Salernitana e Torino. Ma abbassare la guardia sarebbe deleterio per la classifica. E anche per noi giornalisti che iniziamo ad indicare sempre più spesso come top player parecchi calciatori dei meneghini. Con un Milan-Napoli previsto per domenica, l’essere certi di poter guadagnare punti su almeno una delle avversarie (con un successo all’Arechi) deve essere l’occasione per mettere altro fieno in cascina.
L’Inter deve pensare solo a fare bene, senza guardare gli altri. Da campione d’Italia quale è e quale vuole restare. Ecco perché ora gli impegni contro i granata campani e piemontesi devono essere vissuti (e giocati) come gli ottavi di finale contro il Liverpool.
Lì sarà tutta un’altra storia, ma per quella c’è tempo. La concentrazione di oggi va solo sul testa-coda dell’Arechi. È (anche) da queste partite che si vincono (o perdono) i campionati.
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