Sanchez l'ultimo 'sacrificio' alla Dea sosta. Come si sconfigge il virus FIFA?
di Mattia Zangari
Insomma, Sanchez, l'ultimo sacrificio alla Dea sosta, è l'emblema delle posizioni inconciliabili di Federazioni e club relativamente al calendario internazionale che qualcuno, leggi Arsene Wenger, ha provato a pacificare proponendo di condensare tutte le partite di qualificazione delle Nazionali nel mese di ottobre. Una pausa prolungata, comunque non priva di insidie, che non scongiurerebbe il pericolo infortuni ma aprirebbe un nuovo dilemma: cosa succede quando un giocatore si fa male all'inizio del ritiro ma il problema non è così grave da dichiararne il forfait di 30 giorni? La diagnosi, di responsabilità dello staff medico della Nazionale in un primo momento, deve essere poi confermata da quello del club anche per casi di infortuni lievi per valutare le oggettive tempistiche di recupero? Claudio Lotito ieri ha già esposto la sua versione parlando di Ciro Immobile, tornato malconcio da Coverciano: "Mi pare che se le condizioni di approccio medico fossero state quelle della Lazio, avremmo avuto una situazione completamente diversa".
In mezzo a questi dubbi, l'idea di Wenger diventerà realtà tra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022, quando il Mondiale in Qatar spezzerà letteralmente il ritmo dei vari tornei nazionali. La Premier League, quantomeno, si è già portata avanti stilando il programma degli impegni della prossima stagione, mentre in Italia si pensa a come rimodulare quello di Serie A per agevolare l'avvicinamento della squadra di Mancini ai delicati playoff di marzo: "Con tutta la massima volontà ci proveremo, ma la vedo molto complicata. Il 30 gennaio è al momento l'unica finestra disponibile. Già stamattina abbiamo chiesto alla Lega di A di fare qualche riflessione con noi ma ad oggi sono abbastanza incartati come noi", ha detto nelle scorse ore il presidente della Figc, Gabriele Gravina.
Ecco, incartati è la parola giusta: non ci sono soluzioni definitive da parte dei vertici del calcio su questo tema, il pallone rotola troppo velocemente sul tappeto verde (di soldi) per pensare di fermarlo e ragionare. E, nel 2024, anno dell'annunciata rivoluzione di Gianni Infantino che porta con sé lo spauracchio dei campionati del mondo a cadenza biennale, sarà persino peggio. Altro che sosta, serve schiacciare il tasto 'stop' e ripensare tutto.
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Domenica 15 dicembre