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Sarcofagia

di Alessandro Cavasinni

L'Inter torna cannibale, divora la Lazio e manda un messaggio enorme al campionato: prima di cantare vittoria, chiunque dovrà vedersela con i nerazzurri. 

I campioni d'Italia non hanno la minima intenzione di abdicare e strapazzano la squadra più in forma d'Italia, reduce da una lunghissima striscia positiva in casa e da tre vittorie pesantissime con Napoli (2) e Ajax. Ebbene: la squadra d'Inzaghi, dopo un avvio di assestamento, è salita in cattedra e ha piegato la resistenza degli avversari a colpi di classe. Organizzazione, automatismi, idee, condizione fisica e, soprattutto, qualità. In campo e in panchina.

Sarà rimasto deluso chi si augurava uno scivolone dopo quello di Leverkusen. E sarà rimasto altrettanto deluso chi, dopo il ko dell'a BayArena, già era tornato a vomitare tutto il suo giudizio preconcetto sul tecnico interista, definito da qualcuno addirittura "una pippa". Siamo nel corso del quarto anno a Milano e c'è ancora chi non riconosce la competenza di Inzaghi, almeno non in Italia. Perché all'estero, invece, l'Inter di Simone viene esaltata ovunque: sui media e pure nelle parole dei protagonisti, come testimonia ad esempio l'attestato di stima di Simeone, l'ultimo di una lunga serie.

Un'Inter totale, devastante soprattutto per consapevolezza. La vetta è di nuovo lì, considerando pure la gara in meno. Ma, al di là del rumoroso 6-0, a impressionare è stata la prestazione dinanzi - va ricordato - al peggior avversario possibile da incrociare in questo momento in Italia. Sarcofagia.


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