Scusate, ma non sopporto le etichette
Lo ammetto, non sopporto le etichette. Ho voluto scrivere queste righe ovviamente non a caso, prendendo spunto dalla partita di mercoledì sera contro la Juventus. Impossibile bocciare qualcuno, perché quella giocata dai nerazzurri è stata sicuramente la miglior gara in stagione, ma voglio comunque porre l'accento su due giocatori in particolare, che con tempistiche differenti sono entrati nel mirino dei tifosi nerazzurri: Gary Medel e Felipe Melo, seppur non sia stato utilizzato contro i bianconeri.
So benissimo che alcuni di voi chiuderanno questa pagina non appena avranno letto tali nomi, magari riservando parole pesanti nei miei confronti pensando che non capisca nulla, ma credo con convinzione che, per motivi diversi, questi due uomini siano importanti per la squadra. E non poco. Parto dal nazionale cileno, il 'male' dell'Inter secondo i più e vero, grande limite del gruppo di Roberto Mancini. A parer mio la lettura tecnico-tattica che lo riguarda è estremamente semplice.
Ritengo che in solitudine davanti alla difesa possa offrire meno soluzioni rispetto a un interprete più tecnico, ma in coppia con uno profilo del genere sarebbe ancor più prezioso di quanto non lo sia già ora. Noto tantissima superficialità quando si parla del Pitbull, che ormai sta pagando il leitmotiv del 'manca un regista'. La mia domanda pertanto è: quali colpe ha questo giocatore se nella mediana nerazzurra manca questo tipo di soluzione? Difficile trovare incontrista migliore in giro, anche se definirlo tale può essere talvolta riduttivo.
Ormai per il tifoso interista l'ex Siviglia non ha piede, ma forse non tutti guardano con attenzione le partite. Vero, nessuno si aspetta e pretende di vedere un lancio di trenta metri millimetrico, ma quanti appoggi e passaggi sbaglia? Pochissimi. Chi dice il contrario mente di fronte alla realtà (per una rinfrescata rivedere proprio la gara contro la Juventus). Ma purtroppo in Italia va così: mode, pregiudizi e prese di posizione a tavolino, e quindi ecco che il classe '87 di Santiago del Cile sta pagando, mi spiace dirlo, proprio questo (non credo che i continui elogi del Mancio siano casuali). La società porti quindi a casa un Ever Banega da mettergli di fianco, poi ne riparleremo...
Passiamo ora al Comandante. Un nickname azzeccato. Per chi non lo avesse ancora notato, è proprio il centrocampista brasiliano quello che trascina il gruppo, che ci mette gli attributi e la cattiveria necessaria in una rosa, purtroppo, che ha pagato e sta pagando tanto dal punto di vista della personalità. E l'ultimo periodo riassume proprio questa pecca. Vero, il suo rendimento non è stato lineare e continuo, ma sfido chiunque a dire che l'ex Galatasaray non stia dando tutto per questa maglia. Giustamente in un club come l'Inter questo non può bastare, occorre molto di più della sola voglia, ma credo che a fasi alterne il suo rendimento non sia assolutamente mancato.
Non è un giocatore stupido, sa comunicare con gli arbitri, trattare il pallone e, tatticamente parlando, non è assolutamente l'ultimo arrivato. Credo che in pochi nel momento del suo arrivo abbiano pensato che sarebbe stato un titolare inamovibile (me compreso, evidentemente), ma una preziosa pedina nel centrocampo interista, beh... questo sì. E credo che partite alla mano si stia rivelando proprio questo. In un certo tipo di match FM83 va più che bene e oggi, all'alba di marzo, non rimpiango assolutamente il suo acquisto.
Ormai vedere gli allenamenti è impresa rara, ma fortunatamente gli addetti ai lavori in qualche occasione possono analizzare il lavoro dell'Inter da vicino: sempre sorridente, sempre carico, sempre positivo. Per chi non lo avesse ancora capito, questo è il brasiliano. Sicuramente non il peggio di questa rosa, anzi.
Concludo quindi ribadendo il concetto espresso in apertura: le etichette. Per favore, non siate superficiali, bensì cercate di analizzare le gare a 360°, in modo completo senza farvi trascinare dai troppi luoghi comuni. "Ieri eri forte, oggi sei scarso, domani chissà...". Perché purtroppo in questi mesi, soprattutto negli ultimi tempi in cui sono mancati i risultati, ho notato questo, e in maniera fin troppo evidente.
"Medel è scarso e non sa giocare a pallone. Mancini non capisce nulla. Per non parlare poi di Melo...". La stagione di questi due giocatori non si può sicuramente spiegare con questo tanto superficiale quanto banale concetto. Per capirlo basterebbe vedere più attentamente le partite. Scusate, ma non sopporto le etichette.