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Sfida accettata, ora il terzo tentativo

di Luca Pessina

La vittoria con il Verona è un vero "toccasana" in casa Inter. Finalmente tornano i tre punti e un po' di serenità, dopo qualche gara dove i nerazzurri avrebbero meritato più di quanto raccolto. Mazzarri ora vuole evitare distrazioni e nell'immediato post partita è entrato già in clima Atalanta, sottolineando le sbavature difensive e un filo di supponenza, distrazioni che a volte possono costare tanto, anche in partite che sembrano già vinte come quelle di sabato. Il gruppo è sull'attenti, guai a pensare di essere imbattibili. Insomma l'umiltà di inizio stagione, quella che rende l'Inter una mina vagante, non deve mai mancare.  

Eppure la gara contro gli scaligeri si porta in dote un altro nodo piuttosto intricato da scioglere: Mateo Kovacic. Il croato è tutto fuorché un problema, ma un potenziale del genere inespresso rischia di costare all'Inter sia dal punto di vista tecnico che economico.

Mazzarri ha subito chiarito che il ruolo da regista/mediano davanti alla difesa non fa per Mateo (nonostante si tratti di quello che ha ricoperto più tempo). Il tecnico ha voluto effettuare un primo tentativo da mezz'ala contro il Cagliari a Trieste, ma il croato, nonostante una buona prestazione, ha mostrato di non essere ancora preciso in fase difensiva (fondamentale per il tecnico) e di tenere troppo il pallone, piuttosto che sovrapporre e puntare la porta (basti vedere i tagli che propongono spesso Guarin e Taider). 

A dimostrazione di quanto il mister creda in lui, si è cercata una alternativa che potesse, almeno in linea teorica, aiutare Kovacic a rendere al meglio: la posizione da trequartista a supporto di Palacio. In questo modo Mateo non avrebbe avuto problemi in fase di non possesso. La sfida col Torino non ha arriso all'ex Dinamo Zagabria, uscito dopo 5 minuti per l'espulsione di Handanovic, ma Mazzarri non si è perso d'animo ed ha riproposto subito l'esperimento col Verona. Purtroppo non sempre le buone idee sulla carta risultano vincenti sul campo, o almeno non subito. Kovacic avrebbe dribbling e qualità per l'ultimo passaggio, ma manca ancora di cattiveria vicino alla porta (che non punta mai) e, come normale che sia all'inizio di un percorso tattico, non si è integrato con i movimenti della squadra. "Meglio nel secondo tempo" dice Mazzarri, vero, ma da Kovacic è giusto aspettarsi di più.

L'errore adesso sarebbe non riprovarci e Mazzarri lo sa. La stagione passata Stramaccioni aveva messo la squadra in mano al croato, che giocava in modo identico ai suoi trascorsi alla Dinamo, senza però avere un progetto preciso per lui. Buono quindi che il tecnico ex Napoli apprezzi le sue qualità e studi per inserirlo al meglio. Sa che ha per le mani un potenziale campionissimo e non vuole bruciarlo. 

Contro l'Atalanta, se il croato sarà a disposizione (uscito per affaticamento, ma non sembra nulla di grave), potrebbe esserci un'ulteriore chance, non è dato sapere in quale posizione. Nessuna bocciatura dunque. Mazzarri lavora ancora su Kovacic e la sua vera sfida sarà inserirlo nel sistema. Sarebbe un ulteriore passo avanti per l'Inter, forse quello decisivo per ottenere, oltre a tanta concretezza, anche un miglior possesso palla (indispensabile in certi momenti delle partite). 

La sfida è lanciata e sia Mazzarri che Kovacic l'hanno accettata. Il croato è partito in ritardo e ora cerca di recuperare il tempo perso. Chi dice che il mister non creda nei giovani si sbaglia, soprattutto in questo caso. Il talento c'è, Mazzarri lo ha visto subito (a Pinzolo le attenzioni erano tutte per lui). Che il terzo tentativo sia quello buono?


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