.

Shaqiri e, chissà, quella stretta di mano

di Francesco Fontana

L'Inter è più che mai impegnata sul mercato, tanto in entrata quanto in uscita. Allo stesso tempo si sta cercando di piazzare i giocatori in esubero e di regalare a Roberto Mancini almeno altri due elementi (un terzino sinistro e un esterno offensivo), che diventerebbero tre con l'aggiunta di un centrocampista (anche se per il momento non si registrano novità dal fronte Felipe Melo). Per l'out mancino non c'è certezza sul nome in pole position (si è parlato di Arthur Masuaku, promettente classe '93 per il quale, però, l'Olympiakos chiede parecchio: circa 10 milioni di euro), mentre per l'attacco il profilo maggiormente in auge è sempre lui, il grande desiderio di mercato del Mancio, una trattativa diventata ormai una vera e proprio 'telenovela' di mercato: tutto su Ivan Perisic, gioiello del Wolfsburg che il club tedesco non sembra così disposto a cedere, se non per una consistente somma di denaro. E senza il minimo sconto. Stallo-time.

La situazione del jolly offensivo croato resta infatti bloccata, e più passano i giorni e più il tempo stringe per la dirigenza nerazzurra, impegnata inoltre nella cessione (particolarmente complicata) di Xherdan Shaqiri, con Schalke 04 e Borussia Dortmund accostate con insistenza. Ma se a queste due squadre se ne aggiungesse un'altra, magari a strisce nerazzurre? Sarebbe la soluzione più logica e, tecnicamente parlando, migliore.

Nelle ultime ore, infatti, si stanno sprecando le voci circa le alternative al classe '89 di Spalato, nomi che - personalmente - non ritengo in grado di cambiare il peso dell'attacco interista, cosa che potrebbe tranquillamente garantire lo stesso Perisic (sarebbe super il suo acquisto: grande senso di abnegazione, intelligenza tattica e un piede educato che lo rendono anche un ottimo marcatore). I profili recenti, anzi, freschissimi portano a Napoli e Genova, dove da una parte un Manolo Gabbiadini scontento e con il sorriso perduto pensa a cambiare aria per trovare quella maglia da titolare che in azzurro, forse, non avrebbe garantita, mentre dall'altra c'è un certo Diego Perotti, per tutti El Monito, che però il presidente Enrico Preziosi vorrebbe trattenere con tanto di ritocco dell'ingaggio (e che ritocco). Che peccato... ma probabilmente anche no.

Pongo, infatti, una domanda: a livello di potenziale i due profili appena citati sono superiori al bodybuilder svizzero? A parer mio la risposta è semplicissima e negativa. Certo, lo Shaq visto (e non visto) in questi primi mesi in nerazzurro non ha rispettato le attese, sembrando solo il lontano parente del bel giocatore ammirato nell'ultimo Mondiale con la maglia della propria Nazionale, ma nonostante la giovane età ha già esperienza da vendere, avendo fatto parte dello stratosferico Bayern Monaco degli ultimi anni. Solo due fenomeni come Arjen Robben e Frank Ribéry gli hanno negato la maglia da titolare, ma nonostante ciò è riuscito comunque a costruire quella mentalità vincente che in questa Inter manca ancora a tanti. Forse troppi.

Poi, tecnicamente parlando, credo possa essere veramente importante, sia come trequartista atipico che come esterno puro d'attacco. La domanda, anzi, il grande dubbio però è un altro: in caso di conferma (ipotesi, comunque, ad oggi ancora lontana), con quale spirito resterebbe a Milano? Inutile nasconderlo e superfluo ribadire che Xherdan era già stato venduto e 'impacchettato' già qualche settimana fa, con lo Stoke City pronto ad accoglierlo. Un'ipotesi però rifiutata, in attesa di quei top club che tardano a bussare alla porta di Corso Vittorio Emanuele. Io, sinceramente, al suo posto mi troverei a disagio in questa situazione, sapendo che la fiducia riposta incondizionatamente a gennaio è andata via via scomparendo, fino ad arrivare al punto di rappresentare un peso per la società. Questo è senza dubbio il grande dispiacere.

Il grande capo resta Mancini, un tecnico sempre più manager. Il solo che potrebbe cambiare una situazione che appare compromessa. Rimango quindi con un piccolo desiderio in testa: mi piacerebbe che si arrivasse - se non addirittura a un abbraccio - almeno a una stretta di mano, per tracciare una bella ed evidente linea divisoria tra il recente (e buio) passato e il futuro. Un futuro che resta lontano da Appiano Gentile, ma chissà che con un Perisic saltato definitivamente (dei nomi proposti, l'unico probabilmente superiore allo svizzero) non possa mutare qualsiasi prospettiva. In fondo, uno Shaq 'riciclato' non sarebbe poi così tanto male. Stretta di mano permettendo.


Altre notizie