Sì, Strama, ti te dominet Milan
Caro Strama, ti te dominet Milan. Possono prendere ispirazione quanto vogliono i tifosi del Milan nel creare la loro coreografia pre-derby. Da quando sei arrivato a Milano, il derby, le sfide coi cugini rossoneri, sono state fino a questo momento il tuo terreno di conquista prediletto: hai fatto due volte male a Dolcetti quando eri alla guida della Primavera vincendo altrettanti derby senza nemmeno prendere un gol, e poi hai concesso a Bernazzani di prendersi quello più bello, quello che valeva la finale scudetto. Perché poco prima ti sei concesso la soddisfazione di riservare lo stesso trattamento ad Allegri, spazzando via definitivamente le residue speranze scudetto dei rossoneri.
E ora, non sei venuto meno a questa legge: ancora una volta di fronte il Milan, e ancora una vittoria. Una vittoria sudata, sofferta, ottenuta col coltello tra i denti specie dopo che l’arbitro Valeri, davvero in serata di luna storta, ha espulso Nagatomo proprio pochi minuti dopo lo start della ripresa. Ok che il Milan ha pagato la troppa leggerezza del suo attacco, con Bojan, El Shaarawy, Robinho e Pazzini volenterosi ma poco più, ma ad un certo punto ha dato l’impressione di crederci un po’ di più, ma è finita a sbattere contro il muro di gomma dell’Inter. Già, il muro: per vincere questo derby, caro Strama, hai pescato dal mazzo il jolly perfetto: Walter Samuel, l’uomo che come te i derby sin qui li ha vinti tutti senza soluzione di continuità, e non poteva scegliere gesto migliore per centrare la sua ‘decima’ personale, col gol vittoria.
Hai sofferto, Strama, te lo leggevamo negli occhi. Ma anche nei gesti, nei salti davanti alla panchina, nelle urla verso arbitro e giocatori. Una partita sentita come non mai, una partita che, va detto, l’Inter non ha giocato bene, anzi: cullandosi troppo sul prematuro vantaggio, che sarebbe potuto diventare più ampio dopo due minuti quando Milito si impietosisce di fronte alla paperissima di Abbiati, l’Inter forse aspetta troppo l’avversario, che per fortuna dei nerazzurri ha corsa ma non mira (forse il Boateng di due stagioni fa quei gol non li mancava) limitandosi al minimo sindacale. Ma va bene anche così, la working class nerazzurra è sempre più al potere, e adesso regala ai tifosi prospettive forse inusitate per i più al momento del via della stagione.
Hai sofferto e poi ti sei liberato in un colpo solo, quella gioia irrefrenabile coi tuoi ragazzi, e quella corsa verso la Curva con l’indice al cielo. Lo sognavi, Strama, questo momento, te lo leggevamo negli occhi. E hai aspettato il momento giusto per dirlo chiaramente: “E’ vostro”. Sì, questo derby è nostro, è dell’Inter e dei suoi tifosi, soprattutto di quelli che ti hanno sostenuto sempre e non si sono lasciati andare agli umori del momento, è l’ennesimo sgambetto ai cugini. E’ nostro e ce lo teniamo volentieri, e finalmente arriva una pausa più serena dopo i tormenti del post-Roma. Da celebrare con la convocazione in azzurro di Andrea Ranocchia, da lui festeggiata con una prova sontuosa.
Nella notte delle grandi sfide internazionali, con Milano che si abbuffa di sport a cinque stelle con l’arrivo dei Boston Celtics (forse una concomitanza poco felice ma anche al Forum c’era un bel pubblico), brillano le stelle, tranne una: quella dell’arbitro Valeri, in grado di scontentare tutto e tutti. Recrimina il Milan per un rigore, un gol annullato forse troppo frettolosamente, per un mancato rosso a Juan. Ma anche l’Inter potrebbe dire che Yepes era da rosso per due falli su avversari lanciati a rete, che anche De Jong ha commesso un fallo più da arancione, e così via. Insomma, non all’altezza della situazione.
Comunque, la sostanza non cambia: l’Inter vince e ti, Strama, te dominet Milan…
PS: Nel giorno del derby l’aperitivo lo hanno servito le ragazze dell’Inter che nel loro derby hanno sconfitto il Milan con un secco 5-0 con tanto di servizio alla Domenica Sportiva. Giusto per ribadire il concetto…