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Silenzio! Lo sentite? E' tornato il rumore dei nemici

di Alessandro Cavasinni

Ma quant'è bella l'Inter di Stramaccioni? Uh, come giocano bene questi nerazzurri! A Pescara si è visto chi sarà davvero l'anti-Juventus. Sneijder è tornato lui. Cassano da subito decisivo. Milito bomber sempreverde. Zanetti uomo bionico. Ranocchia da Nazionale. Che acquisti Gargano e Guarin! Mercato super: ecco pure Pereira.

E l'elenco potrebbe continuare. L'elenco dei complimenti rivolti all'Inter dopo il 3-0 dell'Adriatico. Complimenti che si sono trasformati in critiche feroci soltanto sette giorni dopo, a causa del ko del Meazza contro la Roma. E allora il gioco diventa involuto, la Juve resta troppo superiore, Sneijder si pesta i piedi con Cassano, Milito è fuori forma, Zanetti non è un terzino, Ranocchia bocciato con Silvestre, Gargano e Guarin non coprono, Pereira può fare solo l'esterno.

Gira la ruota, e gira talmente vorticosamente che non si ripassa neppure dal via. Niente di particolarmente nuovo, per carità, al peggio ci siamo abituati. Ma quello che ha più stonato in questi giorni è il trattamento riservato al tecnico nerazzurro. Quello che ci è andato meno pesante ha titolato “Lezione del maestro Zdenek per l'allievo Andrea”. Lezione? E di cosa? Forse tattica? Ah beh...

Possiamo dirlo: a tutto c'è un limite. Ok, la Roma ha giocato una partita con piena sufficienza, sfruttando gli errori dell'Inter e meritando la vittoria. Ma parlare di lezione tattica è davvero troppo.

Zeman non si smentisce e manda in campo il suo 4-3-3. Magari diverso negli interpreti, ma resta il suo 4-3-3. Stramaccioni risponde col 4-3-2-1, ormai noto in quel di Appiano.

Primo tempo equilibrato, giustamente chiusosi sull'1-1. La tattica? L'Inter prende gol a difesa schierata, con qualcuno (Guarin o Gargano?) che non segue il rimorchio di Florenzi. Nella ripresa la Roma parte forte, ma i pericoli sono tutti per Stekelenburg, graziato in almeno tre occasioni dalla scarsa precisione negli appoggi e nelle conclusioni dei nerazzurri. Sull'1-1 al Meazza, infatti, la Roma rischia di capitolare più d'una volta in contropiede. Eccola la lezione di tattica. Il gol di Osvaldo spacca la partita proprio perché arriva nel momento in cui è l'Inter a esercitare la maggior pressione, con il pubblico di casa pronto ad esultare. E invece a metà campo si perdono tre rimpalli tre (ribadiamolo per chi se lo fosse perso) e Totti si trova libero di lanciare il numero 9 italo-argentino. E' qui che vengono a mancare le gambe e di conseguenza la reazione, bruciata dall'errore di Castellazzi che porta all'1-3 finale.

Lezione di tattica? Di chi a chi e quando? Si potrà eccepire sul posizionamento di Alvaro Pereira come interno, eppure il caso vuole che fino alla sua uscita dal campo per crampi si era sull'1-1. Cassano e Sneijder agiscono sulla stessa mattonella? A volte, ma altre volte Sneijder lancia Cassano per 50 metri e quello di Bari azzecca il tiro per fare 1-1.

La sensazione è che qualcuno non vedesse l'ora di scrivere di uno Stramaccioni simile a un pivello alle prime armi. E riecco i soloni della gavetta e del 'ha troppa poca esperienza'. La stessa poca esperienza che aveva Roberto Mancini. Quella poca esperienza di campo che aveva Arrigo Sacchi o José Mourinho. Lo sentite? Sta tornando il rumore dei nemici. Buon segno.


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