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Supercoppa amara, ma niente drammi

di Fabrizio Romano

E' andata così, con la sfortuna che ha avuto la meglio su una squadra apparsa compatta, coesa e capace di mettere in difficoltà l'avversario in qualsiasi momento. Questa è la chiave di lettura del match tra Inter e Lazio per l'assegnazione della Supercoppa Italiana, un trofeo al quale entrambe le squadre tenevano tantissimo, e che alla fine è andato al club presieduto da Claudio Lotito nonostante un predominio netto mostrato da un'Inter che, alla prima uscita ufficiale della stagione, ha dimostrato di non aver minimamente subìto la partenza di Ibrahimovic, tutt'altro. Naturalmente, nelle prime ore dopo la partita sarà la rabbia a farla da padrone, i tifosi sono apparsi dispiaciuti, ma la prestazione della squadra ha incoraggiato supporters e non solo: anche il tecnico Josè Mourinho, nel commento a freddo del postpartita, ha sottolineato la buone prestazione di una squadra che sta imparando i nuovi movimenti, e sta consentendo ai nuovi innesti di inserirsi al meglio in un gruppo già solido e vincente.

"Abbiamo una squadra, ed abbiamo anche un futuro", ha dichiarato il portoghese. Il tecnico è rimasto visibilmente soddisfatto della sua nuova Inter, che vedeva per la prima volta in scena Diego Milito e Samuel Eto'o dal primo minuto, e la loro intesa è stata ottima, una delle tante note positive della serata cinese: l'argentino e il camerunense, soprattutto nel secondo tempo, hanno dimostrato di sapersi trovare al meglio, nonostante lavorino insieme da nemmeno un mese. In difesa, Lucio ha mostrato grande solidità, con leadership già acquisita nel reparto arretrato, accompagnato da un discreto Chivu, mentre in fase offensiva il difensore brasiliano è piaciuto ancor di più, con ottime discese palla al piede ed inserimenti di qualità sui calci d'angolo. Maicon ha convinto abbastanza, unica pecca qualche traversone sbagliato, ma in fase di preparazione è abbastanza normale, mentre per quanto riguarda la corsia mancina Javier Zanetti si è adattato, come sempre, alla perfezione. Il centrocampo è stato ben regolato dai tempi dettati dal Cuchu Cambiasso, solito mastino abile nell'orchestrare la manovra di questa Inter, con Motta e Muntari apparsi però in condizione non ottimale: in particolare, c'è ancora da lavorare abbastanza sull'inserimento negli schemi del brasiliano. Solita corsa per Dejan Stankovic in posizione di trequartista, anche se stenta a mostrare la lucidità dei tempi migliori, ma per trovare quest'ultima ci vorrà ancora un pò di tempo.

Quello che più ha convinto, però, è stato il dominio mostrato dalla banda Mourinho: nel primo tempo, i nerazzurri hanno controllato la gara creando diverse situazioni da gol, le più clamorose con Lucio e Muntari, ma il vero salto di qualità si è visto nei secondi 45': l'Inter è apparsa piacevole, con un gioco totalmente nuovo rispetto a quello dello scorso anno. Palla a terra, un gioco fatto di fraseggi e velocità, percussioni e grande abilità nel possesso sfera, che ha fatto registrare un netto 68 a 32 come percentuali. La sfortuna ha condizionato una gara gestita molto bene dalla squadra del tecnico lusitano, magari si può imputare una piccola disattenzione sulla seconda rete, ma niente di preoccupante: l'Inter è piaciuta, con due settimane di allenamenti la forma della squadra crescerà, ma già oggi sono arrivati ottimi segnali per Josè Mourinho e per la tifoseria. Questa squadra gioca finalmente un calcio sano, con principi di gioco e palla a terra, i lanci lunghi della cosiddetta 'Era Ibrahimovic' sono dimenticati: questa è una nuova Inter, e con un pò di tempo saprà dimostrare, come ha già fatto quest'oggi, di essere più forte e più squadra della precedente, non più dipendente da un unico, grande giocatore. Ed allora, bye bye Ibra, e speriamo che lo svedese porti via con sè anche un pò di sfortuna...

 


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