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Terremoto big: novità Guarin, Handa ha chiarito. Leo e Strama, intrigo e speranze

di Fabrizio Romano

Un terremoto non ti avvisa. Le mura tremano, le crepe si allargano. Eppure, qualche piccola scossa c'era stata. Un mese fa - 16 marzo - spiegavamo come a rischio nella rivoluzione dell'Inter potessero esserci anche le colonne di questa squadra. Con i nomi di Fredy Guarin e Samir Handanovic, non proprio due a caso. Sicuramente due pedine fondamentali per l'Inter dell'oggi e del domani. Ma senza Champions League, il dettame era già stato chiarito allora dai piani alti di Corso Vittorio Emanuele e resta più che valido oggi. Con gli introiti mancanti dall'Europa che conta, se qualcuno bussa per i campioni di questa Inter (che si contano sulla punta delle dita) allora bisognerà ascoltare. Eccoci qua, con i primi contatti, le prime telefonate, i primi sondaggi che potrebbero diventare offerte ufficiali.

Il Barcellona si è informato su Samir Handanovic. Lo aveva già fatto a fine marzo, questa volta si è mosso più concretamente lasciando intendere che ritiene il portiere sloveno il numero uno al mondo. E sarebbe pronto anche un sacrificio economico importante per prenderlo (i famosi 30 milioni). Cercano un estremo difensore perché saluteranno Valdés. E dall'Inter la versione è univoca: non è arrivata alcuna proposta ufficiale dalla Catalogna né c'è l'intenzione di vendere Handanovic. Questa la linea della società, logico che Samir venga ritenuto un perno intoccabile. Se poi il fax di Sandro Rosell dovesse arrivare allora sarebbe un'altra storia. Perché 30 milioni sarebbero (condizionale d'obbligo) tanti, parlarne sarebbe d'obbligo. E Samir? Da lui è arrivata in queste ore la rassicurazione più importante: non è nei suoi piani lasciare l'Inter, si trova bene. Naturale essere lusingato dal Barça, ma non spinge assolutamente per questa soluzione e solo dovesse arrivare l'offerta ufficiale valuterebbe con l'Inter e alle condizioni dell'Inter. Nessuna paura, perché in ogni caso in società si sentono al sicuro. I passi devono farli da Barcellona, insomma, non da Milano.

Decisamente diversa la situazione di Fredy Guarin, un vero e proprio non-caso. Perché si vocifera di proposte in arrivo per il colombiano, sondaggi dall'Inghilterra, telefonate che però non risultano nella maniera più assoluta a Marcelo Ferreyra, procuratore di Fredy. Per questo, Ferreyra ha già fissato una missione a Milano: arriverà settimana prossima, volo prenotato, rimarrà per diversi giorni e cercherà di definire una volta per tutte la situazione di Guarin. Perché il colombiano non vuole cambiare aria, ma è naturale informarsi su quelli che possono essere i sondaggi da altre società e capire quali sono i piani dell'Inter. Aspettando il blitz di Ferreyra, quindi, che chiederà lumi anche su Andrea Stramaccioni. Con lui, Guarin si trova benissimo.

A proposito, l'allenatore rimane non più il preferito di Massimo Moratti per la panchina. Una tesi che resta valida, la partenza più della permanenza, ma certezze assolute e 100% non si possono dare. Per un motivo molto semplice: Moratti sta cercando una soluzione che lo esalti e lo faccia innamorare, fin qui però non ci sono nomi che colpiscono particolarmente. Né Blanc né Mazzarri, né Mihajlovic né Zenga, fino ad ora nessuno ha stuzzicato la fantasia del presidente. Per questo Stramaccioni tiene ancora una speranza, anche se c'è il giro di panchine che da Ancelotti a Klopp passando per Mourinho definirà un domino da cui Moratti potrebbe pescare l'erede di Stramaccioni. Appuntamento a maggio per le scelte definitive, ma conferme ancora per nessuno. Neanche per lo staff medico e atletico, tutto ancora da puntellare.

Mentre Marco Branca si sente ancora al sicuro anche per la prossima stagione, al fianco di Ausilio. Eventualmente, con Leonardo e senza esclusioni. I contatti tra Moratti e Leo ci sono stati, tutto vero, ma in questo momento non ci sono le condizioni di fattibilità. Anche con il brasiliano, "a risentirci". Perché vuole tanti soldi, libertà di investimenti e di vedute. Dipenderà anche dai nuovi soci eventuali in società, una reazione a catena che non può ancora scattare. Il terremoto ha dato i suoi primi segnali concreti. Adesso è giunta l'ora di limitare i danni e saper rinascere nel momento più difficile. Perché sbagliare non si può proprio più.


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