The Rock all'Inter! A San Siro? No, al cinema. E faccio un mea culpa
Niente da fare, amici miei. Il The Rock del calcio non vestirà la maglia dell'Inter quest'anno. Forse da attore, forse in qualche partita di calcetto in Costa Smeralda. Ma non agli ordini di Andrea Stramaccioni. Anche lui forse credeva un minimo in questa operazione: un semplice tentativo, o la va o la spacca. E l'ha spaccata: perché si è passati da "prova di 15 giorni" a "comunicato di benservito sul sito ufficiale". Forse la notte ha portato consiglio in casa Inter, forse ci si è accorti che non è un attore (peraltro alle prime armi) il tassello ideale per sostituire il Principe Milito. Una fumata nera che nuoce più che altro l'economia delle discoteche di Milano che all'emergenza già rossa dell'attacco nerazzurro.
Nulla contro il simpatico John, che per svariati motivi, lascia in Italia un ricordo ben più divertente di quello lasciato anni fa a Roma. Sia chiaro, adesso rappresentava forse l'unico nome "nominabile" nella lista degli svincolati. Anche perché l'alternativa di suonare il campanello di casa Van Nistelrooy con un pallone sotto braccio per convincere Ruud a tornare al calcio giocato, per vari motivi, non convinceva.Va evidenziato però il tempismo non impeccabile della dirigenza nerazzurra: probabilmente non era il 25 febbraio il giorno ideale per andare a caccia di "attaccanti di peso". Ricordiamo che l'Inter ha perso per infortunio un solo attaccante: Diego Milito. Una conseguenza prevedibile quando si gioca una stagione - e non lo scopriamo certo ora - così ricca di impegni.
Inutile inserire nel minestrone degli errori anche la mossa Rocchi-Livaja: fatto sta che ora l'Inter si ritrova con un solo attaccante in rosa (Rocchi) e due mezze punte (Palacio e Cassano). Non so dirvi, cari lettori, se si sia parlato di passività, sottovalutazione del problema o semplice errore di valutazione. Non so dirvi, come mai si sia deciso di puntare tutto su un attaccante che già nelle stagioni precedenti si era mostrato incline agli infortuni. Forse qualche leader politico avrà promesso a Moratti nel corso della sua campagna elettorale uno Zlatan Ibrahimovic a parametro zero con contratto da 1 milione di euro all'anno con bonus di 5000 euro per ogni tripletta fatta. Oppure la restituzione degli infortunati, una volta eletto.
Ma purtroppo sappiamo come funziona un mondo dove le promesse non vengono quasi mai mantenute. Quindi l'Inter si trova con gli uomini contati a rincorrere un obiettivo ambito e difficile, come il terzo posto. E io da buon giornalista (quale dovrei e vorrei essere) dovrei scrivere qualcosa di costruttivo che porti a una soluzione. Non ne abbiate a male però, non mi viene nulla in mente (forse dovrei cambiare mestiere). Tatticamente Stramaccioni le sta provando tutte (o quasi): Cassano centravanti, con Palacio e Guarìn (o Alvarez) che gli agiscono alle spalle, Palacio-Cassano con un trequartista dietro, Alvarez-Palacio-Cassano-Guarin tutti insieme dal primo minuto (come nel derby). Ma niente, l'Inter manca di un punto di riferimento offensivo. E allora, torna di moda più che mai l'opzione Rocchi: un giocatore che per caratteristiche non può essere un punto fermo in attacco, perché abile (se in forma) negli spazi e in contropiede. E allora, cari lettori, le cose sono due: o non sono un buon giornalista o qualcuno in estate e/o in inverno ha fatto male i conti. O forse tutte e due.