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Thohir, un'operazione dai frutti procrastinati

di Domenico Fabbricini

Entra nel vivo quella che dovrebbe essere la settimana decisiva per l’incontro tra Moratti e Thohir per definire l’ingresso in società dell’imprenditore indonesiano. Difficile che le parti trovino un accordo in così breve tempo, ma di sicuro il faccia a faccia potrà servire a spianare la strada a un’eventuale intesa. Un’intesa che lascerebbe il segno nella storia dell’FC Internazionale e che porterebbe sicuri benefici alla società: in primis per la costruzione dell’ormai famoso stadio di proprietà, indispensabile per assicurarsi entrate extra e per lanciare un buon piano di merchandising (su cui Thohir punta fortemente); e poi per il denaro fresco che il tycoon porterebbe all’Inter.

Attenzione però, se qualcuno pensa che questo ingresso possa far decollare il mercato dell’Inter o trasformare la società in una sorta di Manchester City o Psg, si sbaglia. Innanzitutto Thohir entrerebbe inizialmente con una quota di minoranza, aiuterebbe a ripianare parte delle perdite (stimate in circa 60-70 milioni di euro) e investirebbe in un progetto che possa portare dei benefici in futuro. Come ogni imprenditore anche lui vede il suo ingresso nell’Inter come un investimento che inizialmente porterà solo delle perdite (120 milioni di euro per acquisire una quota di minoranza non sono bruscolini), ma che potrebbero germogliare nei prossimi anni in termini di ritorno di immagine e ricavi. Soprattutto grazie alla spinta che l’immagine dell’Inter avrebbe in Oriente. E da lì valutare un ingresso in società con percentuali superiori alla metà, il che vorrebbe dire presidenza. Ma la valutazione del valore societario verrà fatta solo in un secondo momento, considerato il blasone e i risultati sportivi raggiunti dalla squadra in quel momento.

Quindi, paradossalmente, a Thohir potrebbe quasi convenire che il profilo dell’Inter resti quello attuale per non innalzarne troppo il valore, oppure stabilire una valutazione equa già in questi giorni: l’incontro con Moratti servirà anche a questo. Lo stesso Moratti qualche giorno fa ha ribadito che il mercato dell’Inter andrà avanti indipendentemente dalle scelte di Thohir, e comunque sempre in regime di Fair Play Finanziario: ovvero vendo per poi comprare. Non a caso si stanno perfezionando diverse operazioni in uscita (Cassano, Schelotto, Bardi, Benassi, Silvestre, Stankovic,…) per poi puntare agli acquisti (Belfodil, Isla, Dragovic, Nainggolan) oltre alle operazioni già concluse a parametro zero come Campagnaro, Andreolli, Botta e gli acquisti di Laxalt e Icardi. Ecco, forse se Thohir potrà mettere parola su un acquisto sarà proprio quello di Nainggolan: di origini indonesiane come lui, un idolo nel suo Paese, forte e apprezzato in Italia, sarebbe il testimonial perfetto per il suo insediamento all’Inter.

Ma quello che interessa di più nell’operazione Thohir è la prospettiva futura, i veri frutti si potrebbero raccogliere tra qualche anno quando l’Inter, nei piani dell’indonesiano, sarà una macchina perfetta in grado di generare profitti da merchandising, stadio, vendita dei diritti di immagine, e puntare finalmente all’acquisto di top player. L’imprenditore ha tutto l’interesse perché il suo investimento porti profitti, perché il nome Inter torni a essere temuto a ogni latitudine. I tifosi aspettano, sperano e sognano…


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