Tinkerman mode: ON
Come possono cambiare, quanto possono cambiare le cose in un mese. Circa trenta giorni fa, Claudio Ranieri si presentava ad Appiano Gentile e appoggiava in Pinetina la sua cassetta degli attrezzi virtuale, quella del Tinkerman arrivato da Roma per riparare la valanga di guasti che l'Inter aveva riportato dalla gestione Gasperini. Eppure, dopo un mese già il vento sta cambiando. L'aggiustatutto di San Saba ieri, contro il Chievo, ha regalato al popolo di San Siro l'ormai antica e quasi dimenticata gioia di un gol tra le mura amiche, l'abbraccio con il vicino di posto al 'Meazza', l'urlo liberatorio che al termine del primo tempo ha fatto implodere la Scala del Calcio. Emozioni che stavamo pericolosamente smarrendo e che abbiamo ritrovato. Ma non è tutto, anzi, è nulla. L'Inter di Ranieri nel suo tornare a vincere nel fortino casalingo ha lasciato tanti messaggi assolutamente positivi, come quando ricominci a mangiare con regolarità dopo un lungo periodo di febbre.
Qualche esempio è necessario per rendere l'idea. La difesa ha ritrovato sicurezza, Lucio ha (finalmente!) il freno a mano tirato, Maicon a destra scendeva come se fosse posseduto dal demonio (e lo stesso era accaduto contro il Napoli: buon segno, vuol dire che un caso non è), Chivu era sereno come se fosse a cena con la fidanzata nel suo habitat naturale, Thiago Motta ha gestito il centrocampo con Cambiasso dando ritmo e qualità, due ingredienti che ci mancavano da tempo, Zanetti ha dato un apporto come sempre straordinario ma stavolta più intelligente, poi un attacco dove Zarate prende sempre più coraggio e a Pazzini è mancata solo la palla giusta per bissare Lille. Tutte note straordinariamente positive, alla quale ne va aggiunta una a parte chiamata Wesley Sneijder. Non lo vedevo così voglioso di spaccare tutto da quando c'era Mourinho. Lo percepivi dallo sguardo, dalla volontà di essere al centro di ogni azione, dalle cannonate appena vedeva uno spicchio di porta, dal rimanere in campo per il riscaldamento finché non ha messo dentro quel benedetto pallone nei tiri conclusivi. Ci stiamo riprendendo un altro campione.
Insomma, ci sono tanti aspetti in miglioramento che fanno ben sperare. Non prendere gol è sempre piacevole, poter gioire a San Siro è un qualcosa che francamente non avremmo voluto 'dimenticare' e che adesso vogliamo diventi la solita, piacevole abitudine, magari già da sabato contro quelli là, senza ovviamente dimenticare che a Bergamo bisognerà andare con il coltello fra i denti per prendere punti a una squadra in salute. Tra tattica e pratica le buone notizie abbondano, ovviamente i problemi ci sono ancora e non ci esaltiamo troppo, ma il processo del Tinkerman Ranieri sta procedendo come deve: sarà necessario lavorare su tanti aspetti, da quello prettamente fisico fino a un gioco vero e proprio che deve ancora arrivare, ma per uscire dalla convalescenza gli attrezzi utilizzati da Sor Claudio sono quelli perfetti. Tornare a sentire il ruggito di San Siro e dei leoni nerazzurri è stato estremamente sollevante e piacevole, anche perché chi ha dimenticato le assenze ora sta capendo che dire: "Mancavano Maicon, Thiago Motta, Sneijder e Stankovic" non è una giustificazione o una barzelletta, ma un problema vero come lo sarebbe per il Barça se alla domenica mancassero loro Xavi, Iniesta, Messi e Daniel Alves, tanto per intenderci.
E' stata quindi la domenica del sorriso ritrovato e dell'Inter che sta scalando la classifica. Sorriso ritrovato ma purtroppo solo in parte. Doveroso è infatti un accenno alla tragica scomparsa sul circuito di Sepang di Marco Simoncelli, un pilota e uno sportivo che aveva il dono più prezioso che una persona potesse avere, specialmente se pubblica e quindi esempio per tutti, ovvero il sorriso. Morire a 24 anni su due ruote è un qualcosa di estremamente drammatico, che fa comprendere quanto sia dura la vita. Il minuto di silenzio non basterà mai a far comprendere il dolore che possa provare ogni persona razionale, ma contribuisce a far rimbombare le emozioni e la gioioisità di un ragazzo scomparso nel modo più drammatico nel cuore di chiunque lo sport lo ama per davvero, come lo amava Marco. Alla follia. Addio, Sic. Chi ama lo sport e il sorriso non potrà dimenticarti.