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Tra conti sballati, lagnanze post-derby e convocazioni etiche

di Alessandro Cavasinni

E' stata finora la settimana dei soliti veleni. Diciamocelo: ormai questo calcio ha stufato. Di sportivo v'è rimasto davvero poco, nemmeno tutti i 90 minuti della partita. Figurarsi il contorno. Siamo al venerdì e l'elenco dei fatti da voltastomaco ha raggiunto già un numero cospicuo.

Partiamo dal lunedì, ovvero dal giorno dopo il derby di Milano. L'Inter vince 1-0, resta in dieci uomini per un tempo per due gialli quantomeno fiscali a Nagatomo e si ritrova a doversi sorbire le lagnanze di Allegri e di tutto il Milan per l'arbitraggio di Valeri. Si reclama per il fallo fischiato ad Handanovic, per il rigore chiesto da Robinho, per il secondo giallo non dato a Juan. Tanto per non tediare, si tratta di decisioni certamente non clamorose: il fallo sul portiere in quei casi viene fischiato 99 volte su 100, Robinho vola al primo sfiorar di Samuel e sul contatto Juan-Emanuelson l'arbitro aveva visto l'anticipo del brasiliano (non è vero, infatti, che fischia la fine del tempo per non trovarsi in imbarazzo). I 12 secondi di anticipo? Invenzione pura. Allo stesso tempo, poteva starci il rosso diretto a Mexes per il fallaccio su Milito, senza ricordare che il francese andava ammonito già in precedenza per una gomitata alle spalle del 22 interista. Insomma, tutto piuttosto opinabile e certamente non a senso unico come qualcuno vuole far credere, tanto che Nagatomo viene cacciato al 3' della ripresa, di fatto, per un tackle duro ma sul pallone e per un istintivo tocco con l'avambraccio in fase di possesso difensivo del Milan nella metà campo rossonera.

Restando all'alba della settimana, rintracciamo le convocazioni di Cesare Prandelli. Non mi vedrete mai giocare allo sport più amato dagli italiani, ossia “Al posto del Ct”. Prandelli si prende le sue responsabilità e chiama chi vuole. Perché Gilardino e non Cassano? Perché Giaccherini? Perché, perché, perché? Chiedetelo al mister. Quello che dà fastidio è l'insinuazione senza prove. Si è parlato di un'esclusione di Cassano per motivi disciplinari, senza alcun dato tangibile. Si dice che Fantantonio sia punito dal Ct per un qualcosa di indefinito commesso durante gli Europei: balle. E se non sono balle, si abbia almeno la compiacenza di parlare di fatti. Troppo facile eludere la giustificazione tecnica per uno che ha segnato già 4 gol con la nuova maglia e, certamente, in una condizione migliore di quella mostrata a Euro 2012. Lì Cassano reggeva un tempo al massimo, adesso si fa pure 90 minuti.

E arriviamo a metà settimana, con le rivelazioni choc del capo della Polizia, Antonio Manganelli. “Ci saranno novità clamorose per il calcioscommesse”, anticipa. Noi aspettiamo. Nell'attesa riecco gettato nel calderone Andrea Ranocchia, che giura di esserne fuori. Qui bisogna esser chiari: chi ha sbagliato deve essere punito. Punito secondo le leggi in vigore, non secondo quelle che ci fanno comodo. E non è questione di essere innocentisti o colpevolisti: il gioco è fatto di regole, che si dovrebbero conoscere prima di cominciare a giocare. E se non ti stanno bene, non giochi. Troppo facile lamentarsi dopo. Anche qui: non mi vedrete mai difendere a priori chicchessia solo perché interista. Sono un giornalista, né avvocato né giudice. E non basta leggersi le carte processuali per capire tutto: sarebbe facile, ma una laurea in giurisprudenza e qualche anno di praticantanto a qualcosa serviranno pure. Umiltà: c'è chi lo fa di mestiere. E allora non capirò mai la Juventus, che difende a prescindere i suoi tesserati. E non capirò nemmeno qualche mio collega, che si atteggia a grande esperto del settore.

Rimanendo in tema Andrea Agnelli, incassiamo l'ennesimo tentativo di screditare il processo Calciopoli, un esercizio che piace tantissimo al numero uno bianconero. Ma la storia è nota: c'è chi ha rubato e chi è stato derubato. Poche chiacchiere. E poi quei calcoli sballati: “Siamo sesti nella classifica della Coppa dei Campioni”, dice il giovin signore. Errore. La Juventus è sesta, vero, ma nel computo totale dei trofei europei, in cui vanno conteggiate anche 2 supercoppe e una Coppa Intertoto. Un po' come festeggiare, tra i titoli italiani, anche la Serie B di qualche anno fa.

Intanto, come ampiamente e fin troppo facilmente pronosticato, le malelingue riguardanti l'inesperienza e la presunta mancata gavetta di Stramaccioni sono nuovamente annegate nel liquame del silenzio colpevole, pronte a tornare a galla al prossimo mezzo passo falso.

“Io non parlo di cose che non conosco”, diceva Nanni Moretti in un film di tanti anni fa. Evidentemente, in molti non l'hanno ancora visto.


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