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Tra scudetto e portaombrelli

di Alessandro Cavasinni

Siamo ancora lì, stessa situazione cristallizzata anche dopo l'ultimo turno di campionato. Milan a +2 sull'Inter e scudetto sempre in bilico, sebbene i rossoneri siano avvantaggiati non solo dallo scarto di due punti, ma pure dallo scontro diretto (un pari e un ko per Inzaghi). Probabilmente decisiva sarà già la prossima giornata, la penultima, in cui i nerazzurri andranno a Cagliari, mentre i rossoneri ospiteranno l'Atalanta. Sulla carta si tratta di due match tutt'altro che scontati: i bergamaschi cercano ancora punti in chiave Europa; i sardi continuano a sperare nella salvezza. E non sarà banale la cronologia degli eventi: alle 18 di domenica fischio d'inizio per la partita di San Siro, poi alle 20.45 il kick-off in Sardegna. A differenza dell'ultimo turno, quindi, stavolta sarà il Milan a scendere in campo per primo e, come accaduto per Udinese-Inter, la partita dei campioni d'Italia sarà certamente condizionata indirettamente dal risultato di San Siro.

Prima, però, c'è la finale di Coppa Italia in programma domani sera all'Olimpico di Roma. L'avversario è la rivale di sempre, la Juventus, già battuta in Supercoppa e in campionato. Ai bianconeri di Allegri è rimasto l'unica chance di poter alzare un trofeo dopo l'uscita di scena parecchio anticipata dalla lotta scudetto, la rovinosa eliminazione dalla Champions League per mano del Villarreal e, appunto, il ko di San Siro in Supercoppa lo scorso gennaio, con quella rete di Sanchez al 120' che ancora brucia parecchio dalle parti di Vinovo.

La stagione dell'Inter, al contrario, è stata positiva, specialmente ripensando alle premesse estive, quando in molti prefiguravano un campionato di basso livello, una Champions ancora deludente e, in generale, un ridimensionamento certificato dagli addii in rapida successione di Conte, Hakimi e Lukaku. Si parlava di fatica per arrivare nei primi quattro posti in Serie A, tanto per rinfrescare la memoria. E invece il lavoro di Inzaghi è stato di buonissimo livello, sia in Italia che in Europa. Di fatto, in Champions, i nerazzurri si sono arresi solo a Liverpool e Real Madrid, le due finaliste, disputando quattro match non solo all'altezza degli avversari, ma a tratti anche superiori. Handanovic e compagni pagano soprattutto la mancanza di concretezza davanti la porta, segno distintivo per tutta la stagione: troppe volte, infatti, la squadra del tecnico piacentino ha creato un'enormità di palle-gol, racimolando poi le briciole.

Uno scotto che si sta pagando soprattutto in campionato, perché se da un lato va riconosciuto il merito del Milan di essere finora riuscito a trarre il 100% dalle sue potenzialità, dall'altro non si può negare un certo disappunto per i tanti treni persi dall'Inter più per propri demeriti che non per meriti altrui. La fotografia restano i due derby di ritorno, quello di campionato e quello di Coppa Italia: in entrambi i nerazzurri si sono fatti largamente preferire, ma solo in un caso hanno reso tangibile la superiorità.

Nulla è ancora definitivo, questa stagione ci ha insegnato che non bisogna mai dare nulla per scontato. Lo scudetto è lo scudetto, e non c'è Supercoppa o Coppa Italia che tenga. Qualcuno le chiamava portaombrelli.


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