Tra tante incognite, una sola garanzia di successo
Età media più bassa, innesti molto interessanti, centrocampo deluxe e portiere non giovane ma comunque affidabile, fresco di sbarco a Milano. Finora la dirigenza dell'Inter si è mossa bene, cercando di mantenere alto il livello della rosa e basso quello dei costi. Eppure permane quella fastidiosa sensazione di incompletezza. Forse perché liberato Danilo D'Ambrosio ad oggi non c'è ancora un suo sostituto. Forse perché dopo l'estenuante trattativa per Yann Sommer il suo vice è ancora Filip Stankovic (che poi, rimanga pure perché è davvero bravo). O forse perché dopo gli addii di Edin Dzeko e Romelu Lukaku e l'innesto di Marcus Thuram a zero (grandi aspettative), manca ancora quell'attaccante che sulla carta farà tutta la differenza di questo mondo.
Inutile fingere non sia così, il giudizio finale sull'operato degli uomini mercato nerazzurri, costretti a divincolarsi dai limiti imposti dalla proprietà e dalle ferree regole della UEFA, dipenderà dalla scelta della punta che completerà il reparto avanzato. Gianluca Scamacca aveva il sapore di una scommessa affascinante, non foss'altro per la continuità del progetto Made in Italy. Ma ha preferito la comfort zone di Bergamo di fronte all'approccio forse non troppo convinto dei nerazzurri di Milano. Libero arbitrio.
Giustamente Simone Inzaghi vorrebbe Alvaro Morata, perché qualunque allenatore pensa al presente e non al futuro. Sa che se vuole continuare a vincere ha bisogno di gente pronta a giocare a certi livelli, senza preoccuparsi troppo di costi e carta d'identità. Altrettanto giustamente la società preferisce investire su un prospetto giovane, che guadagni poco e che possa essere un asset rivendibile in futuro. E con il budget a disposizione non è facile conciliare le due esigenze. Soprattutto perché ad agosto inoltrato il mercato non offre grandi opportunità e chi ha un buon attaccante tende a tenerselo, a meno di offerte folli che comunque da Milano non arriverebbero.
Situazione complicata, perché le opzioni emerse in questi giorni non offrono alcuna garanzia, sicuramente non sembrano, almeno sulla carta, in grado di insidiare la titolarità di Thuram. Non certo arrivato per essere il go to guy di questa stagione. Folarin Balogun piace tantissimo a Piero Ausilio, ma i costi sono alti ed è tutto da testare in Italia e a certi livelli. Beto ha mostrato cose interessanti in Serie A, ma allo strapotere fisico non abbina la stessa qualità tecnica. Morata, beh, bravo giocatore tecnicamente e tatticamente ma mai punto di riferimento offensivo nelle squadre in cui ha giocato. Per questo la speranza comune è che esista un Mister X, anche se il voltafaccia di Romelu Lukaku ha preso in netto contropiede la dirigenza, che impegnata nelle logoranti trattative con il Chelsea non aveva previsto un Piano B.
Ed eccoci al punto: l'Inter è stata rinnovata, ha perso quattro punti di riferimento e ha deciso di rinfrescare la rosa. Nel ricambio generazionale emergeranno anche i nuovi veterani dello spogliatoio: Lautaro Martinez, Nicolò Barella, Alessandro Bastoni e Hakan Calhanoglu avranno molte più responsabilità soprattutto come spiriti guida, ma il grosso del lavoro spetterà come sempre a Inzaghi. Toccherà ancora all'allenatore piacentino sfruttare al meglio il materiale umano messogli a disposizione, trasmettendo rapidamente ai nuovi i codici che hanno portato l'Inter all'ottavo posto del ranking europeo, prima fra le italiane. Per questo il suo rinnovo sarebbe cosa buona e giusta. Tra tante incognite ai nastri di partenza della nuova stagione, colui che siede in panchina continua a rappresentare la garanzia di successo dei nerazzurri.