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Trasferte a handicap, ora basta. Jojo, quando la panchina è un sacrilegio

di Marco Barzaghi

Già la chiamano la “sconfitta della svolta”, a Napoli l'Inter ha perso ma non ha mai giocato così bene, dimostrando così di poter essere in corsa per lo scudetto. Una partita disputata con grande grinta, con grande voglia di recuperare e di rimanere primi in classifica, un mix più che mai rassicurante per i manciniani che, nonostante la sconfitta, se ne escono rafforzati dalla sfida del San Paolo. L'Inter ha dimostrato a tutti di poter giocare contro chiunque e, soprattutto, di poter essere alla pari del Napoli che fino a lunedì sera non aveva mai sofferto così tanto in casa, di fronte a un avversario addirittura in 10 uomini.

L'interrogativo però adesso diventa quello sulle trasferte a handicap, colorate di giallo e rosso da una classe arbitrale che sta costringendo gli uomini di Mancini a giocare un po’ troppo spesso con un uomo in meno, come a Palermo, a Bologna e alla fine anche a Napoli. Un problema non da poco per i nerazzurri che solo a Bologna sono riusciti a vincere in inferiorità numerica, a Palermo hanno pareggiato e a Napoli sappiamo tutti com'è  finita. Penso quindi che Thohir in primis, ottimamente spalleggiato da Piero Ausilio e da Mancini, abbia fatto bene a sottolineare questo comportamento della classe arbitrale che ovviamente non sta favorendo il Biscione.

Fa già però tutto parte del passato perché sabato arriva il Genoa e l'Inter deve subito riprendere la sua marcia, nonostante negli occhi di tutti ci sia ancora la rimonta sfiorata di Napoli. Bisogna subito dimenticare i pali di Jovetic e Miranda, l'eccessiva espulsione di Nagatomo e pensare solo a Gasperini, un ex spesso indigesto. Di riflesso dal San Paolo però rimangono due considerazioni importanti. Il primo è che Jovetic non può stare in panchina e giocare solo 10 minuti. Il montenegrino sembra il giocatore più di classe di tutta la rosa, ha colpi che in pochi vantano: a molti è sembrata un sacrilegio la sua panchina contro il Napoli.

 Bisogna poi sottolineare, come abbiamo già commentato su queste colonne nelle scorse settimane, che Mancini deve fare qualcosa al più presto per ritrovare Mauro Icardi, un 9 che sta diventando un problema sempre più grande col passare delle partite. Maurito fatica ancora e tanto a trovare una collocazione in campo, i movimenti giusti, quasi non riesce più a toccare un pallone e a tirare in porta. Le statistiche sono veramente preoccupanti per un giocatore che in teoria doveva essere il valore aggiunto nerazzurro e che invece si sta dimostrando un problema cronico. La soluzione la può trovare solo Mancini, che ha provato a mettergli al fianco chiunque, ma le difficoltà continuano. Anche con un tridente con Perisic e Ljajic ha fatto tanta fatica, con Jovetic non c'è affinità. Ci vorrebbe Palacio, il suo gregario preferito, ma anche con il Trenza al suo fianco, come a Torino, Icardi non è riuscito a incidere.

Per evitare che diventi veramente un caso bisogna correre ai ripari al più presto e solo Mancini lo può fare, sperando che il campionato dell'Inter, dopo la “sconfitta della svolta”, non continui ad handicap con quella serie di cartellini rossi che sta rovinando il volo nerazzurro.


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